Negli ultimi anni l’adolescenza italiana sta cambiando velocemente, e insieme cambiano anche gli strumenti a cui i più giovani si affidano quando cercano risposte, conforto o semplicemente qualcuno che li ascolti. I dati diffusi da Save the Children nell’ultima edizione dell’Atlante dell’Infanzia raccontano un quadro complesso, dove l’Intelligenza Artificiale diventa una presenza costante nella vita dei ragazzi, quasi una sorta di compagno digitale disponibile 24 ore su 24.
Una fotografia che non vuole creare allarmismi, ma aiutare a capire come si muovono le nuove generazioni tra emozioni, studio, tempo libero e relazioni, spesso senza gli strumenti necessari per orientarsi.
Un adolescente su due chiede aiuto all’IA
Più di quanto immaginiamo, i ragazzi utilizzano l’IA non solo per studiare o tradurre testi, ma per parlare delle proprie paure. Il dato più sorprendente riguarda il 41,8% degli adolescenti che ha chiesto aiuto all’Intelligenza Artificiale nei momenti di tristezza, ansia o solitudine. E oltre il 42% ha chiesto consigli legati a scelte personali importanti, un segnale evidente di quanto questi strumenti siano percepiti come sicuri, immediati e sempre disponibili.
Per molti la comodità conta: quasi un terzo dei 15-19enni usa l’IA quotidianamente e più della metà qualche volta a settimana. Una frequenza d’uso che si discosta nettamente dagli adulti, tra i quali oltre il 50% dichiara di non utilizzarla mai.
Chatbot e compiti scolastici, ma anche compagnia
Quando si parla di Intelligenza Artificiale, gli adolescenti mostrano preferenze molto precise. I chatbot come ChatGPT, Claude o altri sistemi conversazionali sono gli strumenti più diffusi (68,3%). Seguono i traduttori automatici (42,5%) e gli assistenti vocali (33,3%).
E non si tratta solo di studio: il 21,4% la usa per semplice divertimento, il 15% per consigli pratici legati alla vita quotidiana, il 7,1% per migliorare il proprio benessere psicologico e il 4,2% per trovare un po’ di compagnia. Alcuni si spingono verso chatbot “relazionali”, sognando forse una forma di dialogo privo di giudizio, sempre gentile e disponibile.
Perché piace così tanto? Non giudica e ascolta sempre
Il fascino dell’IA, per molti adolescenti, sta in tre elementi chiave:
• è sempre disponibile, a qualunque ora;
• non giudica, non critica, non si arrabbia;
• “mi tratta bene”, come molte ragazze e ragazzi hanno dichiarato durante il sondaggio.
Più del 63% ha trovato più semplice confidarsi con un chatbot che con una persona reale, e quasi la metà ha condiviso informazioni della propria vita privata. Dati che fanno riflettere su come i giovani percepiscano il mondo degli adulti: spesso poco presente, impegnato, distratto o difficile da raggiungere.
Cultura, sport, tempo libero un quadro poco incoraggiante
Accanto all’aumento dell’utilizzo di tecnologie avanzate, l’indagine fotografa abitudini culturali e fisiche meno positive. Solo un adolescente su due ha visitato musei o mostre nell’arco di un anno, percentuale che scende ulteriormente nel Mezzogiorno. E quasi un giovane su cinque non svolge alcuna attività fisica.
Più del 46% non legge libri e molti ammettono di dedicare ore al cellulare anche in presenza degli altri: il 38% pratica regolarmente il cosiddetto phubbing, ignorando amici o parenti per controllare lo smartphone.
Cyberbullismo, ghosting e iperconnessione
La relazione tra i giovani e il digitale non è sempre serena. Quasi la metà dei 15-19enni (47,1%) ha subito episodi di cyberbullismo, un dato in forte crescita rispetto al 2018. Il 30% ha fatto ghosting e più del 13% si riconosce in profili di uso problematico di Internet, caratterizzati da iperconnessione e difficoltà a staccarsi dal telefono.
Anche il consumo di pornografia online è elevato, soprattutto tra i ragazzi: il 54,5% la visita regolarmente, contro il 19,1% delle ragazze.
Il benessere psicologico e il divario di genere
Un altro dato che colpisce è il divario tra ragazzi e ragazze quando si parla di benessere psicologico. Il 60% degli adolescenti si dichiara soddisfatto di sé, ma la percentuale cambia radicalmente tra generi: 71% per i ragazzi, solo 50% per le ragazze.
Oltre a ciò, quasi una ragazza su sei (16,3%) ha assunto psicofarmaci senza prescrizione nell’ultimo anno, contro percentuali più basse tra i maschi. Solo il 34% delle ragazze mostra un buon equilibrio psicologico, mentre tra i ragazzi si arriva al 66%. La differenza – oltre 30 punti percentuali – è la più alta registrata in Europa.
14 Novembre 2025
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