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L’Italia e gli antibiotici, quando l’abuso diventa un rischio reale

L’Italia consuma troppi antibiotici, e l’abuso alimenta resistenze pericolose per la salute pubblica

L’Italia e gli antibiotici, quando l’abuso diventa un rischio reale

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La campagna nazionale richiama all’uso responsabile degli antibiotici e al rischio del fai da te

L’Italia continua a distinguersi in Europa per un primato poco rassicurante, quello del consumo elevato di antibiotici. Un’abitudine radicata, spesso sottovalutata, che negli ultimi anni ha assunto contorni ancora più complessi. Capire perché rappresenti un problema è fondamentale per proteggere la salute di tutti.

Un Paese che usa troppi antibiotici

Negli ultimi anni il ricorso agli antibiotici è cresciuto in modo significativo. Dopo la pandemia l’aumento è stato marcato e oggi il nostro Paese si conferma tra quelli con il più alto consumo in Europa. Un uso così consistente non è privo di conseguenze, perché gli antibiotici sono farmaci indispensabili ma devono essere utilizzati solo quando realmente necessari. L’abitudine al fai da te, invece, contribuisce ad alimentare un problema ormai globale.

Batteri più forti e cure meno efficaci

L’impiego scorretto degli antibiotici favorisce lo sviluppo della antimicrobico-resistenza, cioè la capacità dei batteri di adattarsi e diventare insensibili ai trattamenti. In pratica, ciò che ieri funzionava, domani potrebbe non funzionare più. Questo fenomeno si traduce in infezioni più difficili da curare, degenze ospedaliere più lunghe e rischi maggiori per i pazienti fragili. L’allarme coinvolge tutta Europa, ma in Italia i livelli di resistenza risultano tra i più alti.

La campagna che richiama alla prudenza

Per rispondere a una situazione sempre più urgente, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha lanciato la campagna “Se non sei un medico, non fare il medico”, in collaborazione con il Ministero della Salute. L’iniziativa punta a ricordare un concetto tanto semplice quanto spesso dimenticato, cioè che solo un professionista può stabilire se prescrivere un antibiotico e quale sia il più adatto. Non tutti i farmaci sono uguali e la scelta va calibrata sulla persona, sulla situazione clinica e sul tipo di infezione.

Un messaggio diffuso ovunque

La campagna è stata progettata per raggiungere il maggior numero possibile di cittadini: spot televisivi sulle reti nazionali, interventi sulla stampa, spazi dedicati sulle emittenti locali e una comunicazione capillare sui social. L’obiettivo è creare consapevolezza, spiegando che l’antibiotico non è una soluzione universale e che va assunto seguendo con precisione le indicazioni del proprio medico.

Perché serve responsabilità

Assumere antibiotici senza controllo significa correre rischi evitabili. Aumentano le probabilità di non curare efficacemente l’infezione e, allo stesso tempo, si contribuisce a rendere più forti i batteri, con un impatto collettivo che va ben oltre il singolo caso. Come ricordato dal ministro della Salute Orazio Schillaci, un uso corretto riduce anche la probabilità di infezioni ospedaliere, spesso molto difficili da trattare proprio a causa della resistenza antimicrobica.

Un impegno che riguarda tutti

Promuovere l’uso responsabile degli antibiotici non significa limitare l’accesso alle cure, ma salvaguardare l’efficacia di farmaci essenziali. Seguire la prescrizione medica, evitare il fai da te e rispettare le dosi indicate sono azioni semplici, ma decisive, per proteggere la salute individuale e quella collettiva. La battaglia contro i batteri resistenti si vince con informazione, prudenza e scelte consapevoli.


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04 Dicembre 2025
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