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Oncologie senza oncologi, la sanità italiana a rischio

Mancano oncologi e infermieri negli ospedali italiani, la carenza rischia di compromettere l’assistenza ai pazienti

Oncologie senza oncologi, la sanità italiana a rischio

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In Italia solo cinque oncologi ogni centomila abitanti, un dato tra i più bassi d’Europa secondo il rapporto Oecd

L’allarme arriva forte e chiaro: negli ospedali italiani mancano medici oncologi e infermieri, una carenza che rischia di compromettere la qualità dell’assistenza ai pazienti.

Una carenza che mina la rete oncologica

È il Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo) a lanciare l’allarme durante un evento congiunto al congresso dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). Secondo i dati diffusi, la mancanza di oncologi potrebbe essere colmata in 3-5 anni, ma il problema più grave resta la carenza di infermieri, stimata in almeno 175.000 unità. Una cifra che rischia di compromettere l’intera rete oncologica multidisciplinare e la continuità dell’assistenza ai malati di tumore.

Un piano per salvare la rete oncologica

Per affrontare questa emergenza, il Cipomo propone un piano di intervento su tre fronti: formazione, attrattività delle carriere e valorizzazione del lavoro di squadra. Secondo il Collegio, la sanità italiana ha bisogno non solo di più professionisti, ma anche di strategie capaci di trattenere le competenze e renderle operative in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.

Una questione di numeri e di geografia

Il nuovo rapporto Oecd/Unione Europea “Country Cancer Profile 2025 – Italy” fotografa una situazione preoccupante: in Italia ci sono solo 5 oncologi ogni 100.000 abitanti, una delle densità più basse d’Europa. Nonostante una crescita media annua del 7%, il numero degli specialisti resta insufficiente a coprire la domanda crescente di trattamenti, soprattutto nelle aree periferiche e nei piccoli ospedali.

Un futuro di domanda crescente

Le proiezioni internazionali parlano chiaro: entro il 2040 la richiesta di cure oncologiche aumenterà in modo esponenziale. Questo significa più pazienti, più terapie e una pressione sempre maggiore sui sistemi sanitari. La mancanza di personale, se non affrontata subito, potrebbe tradursi in una vera e propria crisi dell’assistenza oncologica.

Il ruolo chiave della formazione

Giuseppe Aprile, segretario nazionale del Cipomo, sottolinea come sia necessario ridefinire il ruolo dello specialista in oncologia: “Il fabbisogno di trattamenti oncologici a livello mondiale è destinato a crescere di oltre il 50% nei prossimi 15 anni. Questo comporterà non solo una maggiore pressione sui sistemi sanitari, ma anche una ridefinizione del ruolo degli specialisti”. L’obiettivo, secondo Aprile, deve essere una formazione continua, sostenuta dalle istituzioni e capace di unire competenze tecniche e capacità di guidare la multidisciplinarità.

Un appello alle istituzioni

Dietro i numeri ci sono persone: medici, infermieri, pazienti e famiglie. L’allarme del Cipomo è un invito concreto al governo e alle regioni per mettere in campo azioni immediate. Senza un intervento deciso, la carenza di professionisti rischia di trasformarsi in una falla strutturale del sistema sanitario, proprio nel momento in cui l’oncologia richiede più collaborazione, innovazione e presenza sul territorio.


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12 Novembre 2025
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