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Oltre l’istante, il viaggio silenzioso nei volti di Maya Kokocinski

La mostra di Maya Kokocinski svela ritratti intensi tra simboli e introspezione, in un dialogo poetico nel cuore di Roma

Oltre l’istante, il viaggio silenzioso nei volti di Maya Kokocinski

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Arte, simboli e introspezione si intrecciano nei ritratti di Maya Kokocinski, tra mostra, atelier e un percorso creativo esclusivo

L’incontro con l’arte di Maya Kokocinski non avviene mai per caso. Ci si avvicina ai suoi ritratti come a delle presenze antiche, sospese in uno spazio che non appartiene del tutto né al presente né alla memoria. È questo lo spirito che anima la mostra “Oltre l’istante”, allestita al Palazzetto affacciato sulla Scalinata di Trinità dei Monti, un luogo che sembra fatto apposta per accogliere questo dialogo tra luce, simboli e introspezione.

Una mostra che guarda dentro l’animo umano

Dal 9 al 28 dicembre 2025 quindici ritratti accolgono il visitatore in un percorso che non racconta semplicemente un volto, ma la sua interiorità. Amici, familiari, collezionisti: figure diverse che, attraverso la mano dell’artista, diventano variazioni sul tema dell’essere umano. Ogni opera è un’indagine poetica: un invito a osservare ciò che di solito sfugge, ciò che vive dietro lo sguardo. Perché nei dipinti di Maya non c’è mai semplice rappresentazione, ma un tentativo di avvicinarsi al mistero che ci abita.

Il pensiero di Dacia Maraini

Ad accompagnare la mostra un testo scritto appositamente da Dacia Maraini, che coglie con sensibilità la forza evocativa dei dipinti. La scrittrice osserva che, a un primo impatto, questi ritratti potrebbero ricordare “fotografie ritoccate”, quasi un gioco tra realtà e artificio. Poi però, soffermandosi, emerge qualcosa di più profondo: “una muta e silenziosa domanda” che attraversa i volti, come se fossero sospesi tra presenza e assenza. È questa la dimensione che crea un ponte emotivo con chi guarda, uno scarto imprevisto che genera inquietudine, curiosità, partecipazione.

Un universo di simboli

La pittura di Maya è abitata da un repertorio iconografico che sorprende per ricchezza: serpenti, spade, ricami, gorgiere, gioielli, piume, lamine dorate. Elementi che non decorano, ma dialogano con i volti e ne amplificano la tensione poetica. Ogni dettaglio custodisce un significato, ogni oggetto suggerisce un racconto. Non stupisce che l’artista definisca la pittura “un ponte tra visibile e invisibile”: un atto di fiducia nella capacità dell’immagine di rivelare ciò che sfugge alle parole.

Un progetto che diventa esperienza

La mostra è anche l’anteprima di un percorso innovativo pensato dall’artista insieme all’Hotel Hassler: “The Timeless Atelier Experience”. Un progetto che trasforma l’arte in esperienza diretta, permettendo agli ospiti dell’hotel di entrare nello storico atelier di Trastevere dove Maya lavora insieme al pittore Giovanni Tommasi Ferroni. Qui non solo sarà possibile assistere alla nascita di un’opera, ma anche commissionare un ritratto ad olio seguendo da vicino ogni fase del processo creativo.

Tra pittura, fotografia e racconto

Il percorso comprende uno shooting professionale realizzato dal fotografo e videomaker Luca Mazzara, che ha anche prodotto un video dedicato all’esperienza. Le immagini mostrano l’artista all’opera, il momento della posa, la scelta della cornice — talvolta antica — che completa il ritratto come fosse un gioiello. È un modo per raccontare l’arte da dentro, portando l’ospite in un viaggio che va dall’idea alla materia, dalla luce alla pennellata.

Un percorso biografico tra radici e visioni

La storia di Maya Kokocinski attraversa continenti, linguaggi e forme artistiche. Nata a Santiago del Cile, italiana per formazione e scelta di vita, cresce in una famiglia dove l’arte è casa: il padre, l’artista Alessandro Kokocinski, e la madre, l’attrice argentina Prudencia Molero, la accompagnano fin da bambina in un mondo di immagini e racconti. Dopo un periodo a Londra e una ricerca personale che la conduce dalle discipline umanistiche alla pittura, ritrova nei grandi maestri e nella tecnica tradizionale il terreno ideale per esprimersi. Dai suoi primi esordi negli anni ’90 alle esposizioni internazionali, fino ai premi e alle mostre curate da figure come Vittorio Sgarbi, il suo percorso artistico è un cammino coerente, intenso e profondamente umano. Oggi vive e lavora a Roma, nello studio condiviso con il marito Giovanni Tommasi Ferroni, immersa tra tele, libri e silenzi che diventano immagini.

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www.mayakokocinski.it


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05 Dicembre 2025
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