Benvenuti nel fantastico mondo degli influencer, dove tutto è perfettamente filtrato, dalla pelle ai problemi della vita. È un universo popolato da due specie ben distinte: i professionisti, pochi ma impeccabili, e i venditori di fumo, numerosi e perennemente in saldo. Questo è il regno dei follower, veri o acquistati, dove l’importante non è ciò che si è, ma ciò che si finge di essere.
Chi sono gli influencer?
Gli influencer – almeno nella loro versione autentica – sono creatori di contenuti capaci di ispirare, informare e intrattenere. Hanno competenze specifiche, un occhio per i dettagli e una creatività che spicca. Ma, accanto a loro, troviamo una schiera di individui che hanno scambiato la parola “influencer” con “imbonitore digitale”. Per costoro, bastano uno smartphone e un sorriso smagliante per autoproclamarsi guru di ogni settore, dal fitness alle criptovalute, passando per improbabili diete detox a base di aria e promesse.
Segni particolari: bellissimi (con filtri inclusi)
Nel mondo degli influencer, essere bellissimi è quasi un prerequisito. E quando la bellezza naturale non basta, e anche quando basta, , entrano in scena i filtri degli smartphone, capaci di trasformare chiunque in una versione 2.0 di sé stesso. Pelle liscia come porcellana, occhi da cerbiatto, labbra carnose e zigomi scolpiti: tutto questo con un paio di tocchi sullo schermo. Il risultato? Post impeccabili che creano standard di bellezza irraggiungibili, spesso irrealistici, ma assolutamente instagrammabili. La domanda sorge spontanea: quanti si riconoscerebbero davvero allo specchio senza quei filtri?
La grande truffa dei follower
In un mondo in cui il valore si misura in like, la tentazione di gonfiare i numeri è forte. E così, via con l’acquisto di follower, pacchetti scontati che includono persino commenti e visualizzazioni fake. Poco importa se i profili che seguono questi influencer non hanno né foto né post e si chiamano “User56789”. La domanda non è più “cosa sai fare?”, ma “quanti follower hai?”. E la risposta, spesso, è: “Quanto vuoi che siano?”.
Quando il fumo diventa business
I venditori di fumo non si limitano a impressionare i loro follower (veri o falsi). No, la loro missione è attrarre i brand. Promettono engagement stratosferico e un esercito di follower pronti a comprare qualsiasi cosa, dal dentifricio all’ultima cover glitterata. Peccato che, nella realtà, quei numeri siano un castello di carte che crolla al primo soffio di vento. I professionisti seri, invece, lavorano con trasparenza, dimostrando risultati reali. Ma in una giungla digitale così affollata, distinguere i veri influencer dai “fakefluencer” è un’impresa epica.
L’eterno circolo vizioso
E poi c’è il grande paradosso: più follower hai, più ne attrai. Questo ha creato una cultura ossessiva per i numeri, in cui il contenuto passa in secondo piano. Chi fa video tutorial di qualità, spiegando come sopravvivere a un lunedì mattina, è spesso surclassato da chi balla su TikTok con un gattino in braccio e una tazza di tè. Nulla contro i gatti, per carità, ma il talento dovrebbe avere la precedenza, no?
Il filtro della realtà
Il mondo degli influencer è uno specchio del nostro tempo: brillante, veloce e, spesso, superficiale. Ma non tutto è perduto. I veri professionisti continuano a emergere, offrendo valore e costruendo un rapporto autentico con il loro pubblico. Quanto ai venditori di fumo, beh, il vento digitale potrebbe presto disperdere le loro illusioni. Nel frattempo, la prossima volta che vedete un post perfetto, ricordate: anche il fumo più denso può essere filtrato.
29 Gennaio 2025
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