Nascosti dietro uno schermo, i leoni da tastiera dominano la giungla virtuale con la loro implacabile furia digitale. Mai stanchi, mai sazi di polemiche, questi esemplari di Homo Anonymus Digitatus trovano nei social il loro habitat naturale, dove possono sfogare la loro rabbia repressa senza il rischio di una risposta faccia a faccia.
Il coraggio a portata di wifi
Nel mondo reale potrebbero essere impiegati discreti, studenti introversi o padri di famiglia dall’aria innocua. Ma basta un nickname minaccioso – magari con qualche numero a caso per darsi un tono (tipo "Spartano84" o "Destroyer666") – e si trasformano in predatori senza paura, pronti a sbranare chiunque osi avere un’opinione diversa dalla loro. La tastiera diventa la loro spada, il Wi-Fi la loro corazza, l’anonimato il loro superpotere.
Esperti di tutto, competenti in nulla
I leoni da tastiera hanno una caratteristica fondamentale: sanno tutto. O meglio, credono di sapere tutto. Sono esperti di geopolitica dopo aver letto un titolo su un sito discutibile, specialisti in medicina grazie a un post su Facebook, fini analisti economici dopo due minuti su TikTok. Se un esperto con anni di studio prova a spiegare un concetto, loro rispondono con il classico: "E allora il cugino di mio cognato?" perché, si sa, il cugino di qualcuno è sempre la fonte più autorevole.
Insulti gratis, si accettano solo applausi
Dialogo e confronto? No, grazie. Il leone da tastiera non è venuto per discutere, ma per vincere. Ogni tentativo di argomentazione viene accolto con un diluvio di offese, meme sgrammaticati e GIF passive-aggressive. Il loro motto è chiaro: se non sei d’accordo con me, sei un idiota. E guai a contraddirli, perché il passo dall’essere “solo uno che sbaglia” all’essere “servo del sistema” è incredibilmente breve.
L’arte della fuga tattica
Quando qualcuno risponde punto su punto smontando le loro certezze, il leone da tastiera adotta una delle sue tattiche preferite: la fuga strategica. Sparisce nel nulla senza lasciare traccia, pronto a ruggire in un altro post come se nulla fosse accaduto. Se invece è particolarmente ferito, opta per un’uscita teatrale del tipo: "E con questo ho chiuso! Addio!" (salvo poi tornare dopo cinque minuti con un altro commento).
Un ruggito che si spegne davanti a un caffè
Curiosamente, nella vita reale questi feroci predatori digitali si rivelano spesso timidi gattini. Se messi di fronte alle loro stesse parole in una conversazione faccia a faccia, diventano improvvisamente evasivi, confusi, talvolta persino gentili. Il ruggito digitale si trasforma in un timido miagolio. E allora viene da chiedersi: è davvero così difficile essere rispettosi anche online?
30 Gennaio 2025
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