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Trump sospende i dazi per negoziare, ma la Cina finisce nel mirino

La guerra commerciale si fa più sottile, tra aperture strategiche e nuove minacce per farmaci ed export europeo.

Trump sospende i dazi per negoziare, ma la Cina finisce nel mirino

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L’Unione Europea prova a guadagnare tempo, Trump apre a negoziati ma punisce chi risponde con dazi.

In una mossa che ha colto tutti di sorpresa, il Presidente Donald Trump ha deciso di sospendere per tre mesi i dazi doganali su alcuni Paesi, a patto che si dimostrino disponibili al dialogo. La misura, annunciata nel giorno stesso dell’entrata in vigore delle nuove tariffe, rappresenta un cambio di rotta significativo nella strategia commerciale statunitense. Per questi Paesi “collaborativi” resterà attiva solo la tariffa base del 10%, mentre chi ha risposto con contromisure, come la Cina, dovrà fare i conti con dazi che arrivano fino al 125%.

New York brinda, Pechino accusa il colpo

L’effetto sui mercati finanziari è stato immediato. Wall Street ha chiuso in forte rialzo, segno che gli investitori hanno letto la mossa come un’apertura positiva verso una possibile tregua commerciale. La Cina, invece, ha risposto duramente, alzando le proprie tariffe sull’import americano fino all’84% e provocando l’immediata reazione dell’amministrazione americana, che ha risposto con misure ancora più severe.

L’Unione Europea temporeggia, sperando nel dialogo

Secondo quanto riferito dal Segretario al Commercio Howard Lutnick, anche l’Unione Europea potrebbe beneficiare della sospensione, ma solo se eviterà reazioni immediate. Bruxelles ha già annunciato delle contromisure, ma non entreranno in vigore prima di alcune settimane. “Questo margine di tempo – ha dichiarato Lutnick – potrebbe essere usato per aprire un tavolo negoziale senza tensioni”. Tuttavia, per settori strategici come acciaio, alluminio e auto, i dazi restano confermati.

TikTok in trattativa, ma i rapporti con Pechino restano tesi

Nel frattempo, Donald Trump ha parlato anche dell’accordo in fase di definizione per la cessione di TikTok, riconoscendo la reticenza cinese a firmare. Intanto, la Casa Bianca ha confermato che la sospensione dei dazi non riguarderà Cina, Messico e Canada, mentre per l’Europa verrà mantenuta solo la tariffa del 10%. “Chi non risponde con ritorsioni sarà premiato”, ha fatto sapere l’amministrazione via X.

Tra ironie e contraddizioni, il Presidente cerca un equilibrio

Solo poche ore prima dell’annuncio, Trump aveva adottato toni ben diversi durante una cena del Grand Old Party, ironizzando su leader stranieri “pronti a tutto” per ottenere un accordo. Eppure, poco dopo, ha cambiato completamente tono, ammettendo che i dazi avevano spaventato molti e che un’intesa equa è ancora possibile, anche con la Cina. Le pressioni di Wall Street, della Silicon Valley e di alcuni influenti donatori repubblicani sembrano aver pesato molto sulla sua decisione.

L’industria farmaceutica europea nel mirino

Tra le nuove minacce lanciate dal tycoon, spiccano i dazi su farmaci e dispositivi medici. L’intento dichiarato è riportare la produzione in America, ma le conseguenze potrebbero colpire duramente anche Italia, Germania e altri Paesi con un forte export nel settore. La proposta è arrivata mentre il dibattito interno si accende anche sul bilancio federale e sui tagli alla spesa pubblica, su cui i repubblicani più rigidi non sembrano disposti a cedere.

Il ritorno di Main Street, ma l’avvertimento alla Ue è chiaro

Nel frattempo, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha chiarito la direzione dell’amministrazione: più attenzione all’economia reale, meno privilegi a Wall Street. Il nuovo mantra è supportare le piccole imprese e i lavoratori. Ma Bessent ha anche avvertito: allinearsi troppo con Pechino significherebbe “tagliarsi la gola”. Un messaggio chiaro anche per l’Europa, che oggi ha votato le prime contromisure contro la linea dura di Trump.


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10 Aprile 2025
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