Nel mondo digitale di oggi, influencer e content creator sembrano vivere su un altro pianeta: campagne milionarie, viaggi sponsorizzati, prodotti lanciati a ritmo frenetico. Ma dietro la vetrina di Instagram o l’onda virale di TikTok, c’è davvero chi si arricchisce? E, soprattutto, chi sono i veri protagonisti? Spoiler: non sono tutti ricchi, anzi. Tra numeri gonfiati, collaborazioni rare e piattaforme che pagano poco o nulla, il sogno social spesso è più fragile di quanto si pensi.
Instagram e Tiktok, visibilità alta, guadagni bassi
Partiamo da una verità scomoda: Instagram non paga. Nessun compenso automatico per reel o post, solo qualche spicciolo se si attivano funzioni come abbonamenti esclusivi o sticker per le dirette. L’unico vero reddito arriva da fuori, cioè dai marchi che decidono di investire su un profilo. Ma non basta avere migliaia di follower. Servono autenticità, contenuti coerenti e pubblico realmente coinvolto. In sintesi, Instagram è la passerella, ma la boutique è altrove.
Su TikTok le cose non cambiano molto. La viralità è più democratica, puoi passare da zero a un milione di visualizzazioni in un giorno. Però il TikTok Creator Fund paga poco: anche chi totalizza milioni di visualizzazioni spesso non arriva a 100 euro. L’unico modo per monetizzare davvero è lavorare sulle dirette live o sulle collaborazioni, ma serve costanza, carisma e un pubblico fedele. E se tutto ciò manca, si resta spettatori della propria bolla.
La differenza tra chi crea contenuti e chi ci vive
C’è chi pubblica per hobby e chi cerca di farne un lavoro. E la linea che divide i due mondi si chiama manager. È l’agente, l’agenzia, il professionista che riesce a trasformare una faccia simpatica e una community attiva in una proposta commerciale. Senza questa figura, anche il creator più seguito rischia di restare invisibile nel mercato pubblicitario.
Lorenzo Marchetti, direttore esecutivo di Rezet Srl, spiega chiaramente che il successo dipende tutto dal posizionamento. Due profili identici, con lo stesso numero di follower, possono generare guadagni completamente diversi. E aggiunge: “Senza contenuti di qualità e senza un lavoro costante, anche il miglior manager del mondo può fare poco.” Parola d’esperto.
Il caso OnlyFans, tra guadagno diretto e reputazione a rischio
OnlyFans rappresenta un’eccezione: è l’unica tra le grandi piattaforme che paga direttamente il creator, senza bisogno di sponsor. Sembra perfetta, ma nella realtà è una giungla selettiva. Secondo Variety, la media dei guadagni annui è di soli 1.300 dollari. Una cifra ridicola, se confrontata con i miliardi versati dalla piattaforma ai suoi creator più famosi. Il grosso del denaro finisce all’1% degli iscritti. Il resto, per lo più, annaspa.
In Italia, poi, OnlyFans è vittima della sua stessa immagine. L’associazione immediata con i contenuti per adulti limita il suo potenziale, scoraggiando soprattutto le donne che vorrebbero utilizzarla per progetti seri, educativi o lifestyle. Di fatto, è diventata impraticabile per chi cerca uno spazio neutro e professionale.
Content creator e influencer, due figure da non confondere
Chi fa l’influencer punta sull’immagine, chi fa il content creator lavora sul contenuto. Sembrano ruoli simili, ma non lo sono. Il primo spesso si muove come testimonial, il secondo come autore. È una differenza fondamentale, soprattutto quando si parla di guadagni. I brand vogliono credibilità, engagement, storytelling. E sempre più spesso, preferiscono creator capaci di costruire un progetto piuttosto che volti noti senza idee.
È quello che racconta Simone Vandelli, specializzato in contenuti food: “La svolta è arrivata quando ho trovato la mia direzione. Oggi le aziende guardano alla qualità dei contenuti e al coinvolgimento della community, non solo ai numeri. Questo ha cambiato tutto.”
La verità, nel 2025, è più normale di quanto si creda
L’epoca in cui bastava un cellulare e un sorriso per diventare ricchi online è finita. O forse non è mai esistita. Nel 2025 fare il content creator è un lavoro a tutti gli effetti, con ritmi, rischi e incertezze come qualunque altro. Chi riesce, spesso lo fa perché ha dietro una strategia, un team, una direzione precisa. Gli altri? Guardano, imitano, e magari si scoraggiano.
I numeri da capogiro ci saranno sempre. Ma per il 99% di chi pubblica ogni giorno, il guadagno resta un obiettivo, non una garanzia.
14 Aprile 2025
© team icoe, editoriale blozine
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