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Madri sole in Italia, una sfida quotidiana tra lavoro e povertà

Nel 2024 il divario occupazionale tra padri e madri aumenta, e le mamme single sono tra le più penalizzate.

Madri sole in Italia, una sfida quotidiana tra lavoro e povertà

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Da Bolzano alla Basilicata, l’Italia delle madri è divisa in due, con forti diseguaglianze regionali e pochi sostegni.

Nel cuore dell’Italia del 2025, essere madre continua a rappresentare un ostacolo anziché un’opportunità. E quando si parla di madri sole, il quadro diventa ancora più critico. A raccontarlo è il decimo rapporto di Save The Children, intitolato Le equilibriste - La maternità in Italia 2025, che a ridosso della Festa della mamma getta luce su un fenomeno sempre più invisibile e drammaticamente reale: la solitudine sociale ed economica delle madri, soprattutto quelle senza un partner.

Il divario occupazionale cresce, la penalità per la maternità resta

Nel 2024, il divario occupazionale tra padri e madri con almeno un figlio minore ha raggiunto quasi 29 punti percentuali. A lavorare sono il 91,5% dei padri, ma solo il 65,6% delle madri con un figlio. La distanza aumenta con l’aumentare del numero dei figli. La cosiddetta child penalty, ovvero la penalizzazione che le donne subiscono nel mercato del lavoro dopo aver avuto un figlio, è ormai un fatto strutturale nel nostro Paese. Un dato su tutti: una donna su cinque smette di lavorare dopo essere diventata madre.

Le mamme single, tra le più colpite dalla povertà

Nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni, poco più della metà delle madri single lavora. Il risultato? Un rischio concreto di povertà assoluta per una fascia già vulnerabile della popolazione. I nuclei monogenitoriali sono in aumento costante: da 2,6 milioni nel 2011 a oltre 3,8 milioni nel 2021, con una stima di 2,3 milioni di madri sole entro il 2043. E non parliamo di casi isolati: il 77,6% dei nuclei monogenitoriali è composto da donne con figli.

Nascite in calo, un’Italia che invecchia senza futuro

Il 2024 ha segnato un nuovo record negativo per le nascite: 370mila nuovi nati, con un calo del 2,6% rispetto all’anno precedente. Questo dato si inserisce in un trend ormai consolidato, che vede l’Italia sempre più anziana e sempre meno madre-friendly. Quando la maternità viene vissuta come un sacrificio economico e sociale, è naturale che sempre meno donne scelgano di diventare madri.

uUn’Italia a due velocità, tra regioni solidali e altre dimenticate

La possibilità per una donna di conciliare lavoro e maternità cambia radicalmente in base alla regione in cui vive. Secondo la classifica delle regioni mother friendly elaborata da Istat, ai primi posti troviamo la Provincia autonoma di Bolzano, Emilia-Romagna e Toscana. All’ultimo posto invece c’è la Basilicata, preceduta da Campania, Puglia e Calabria. È evidente che le politiche regionali e i servizi di supporto alla genitorialità fanno la differenza.

Madri sole, una priorità sociale non più rimandabile

Le madri sole rappresentano oggi una realtà familiare sempre più diffusa e, al contempo, una delle più trascurate. Non si tratta solo di una questione di occupazione, ma di dignità, di diritti e di futuro per milioni di bambini. Un welfare che non sostiene la maternità, che non premia il lavoro di cura e non facilita l’inserimento lavorativo, condanna intere generazioni all’insicurezza. Serve un cambio di paradigma, urgente e strutturale.


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06 Maggio 2025
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