Per la settantesima edizione dei David di Donatello, il cinema italiano ha scritto una pagina memorabile premiando Maura Delpero, prima donna a ricevere la statuetta per la miglior regia con il suo film Vermiglio, incoronato anche miglior film dell’anno. È stato un trionfo ampio e trasversale: sette riconoscimenti, dai ruoli tecnici alla produzione, per un’opera che ha saputo emozionare pubblico e giuria.
Vermiglio trionfa, sette statuette e un segnale forte
Vermiglio, firmato da Maura Delpero e prodotto da Cinedora con Rai Cinema, ha portato a casa i premi per miglior film, regia, sceneggiatura originale, autore della fotografia (Mikhail Krichman), suono, miglior casting e produzione (Francesca Andreoli, Leonardo Guerra Seragnoli, Santiago Fondevila Sancet, Maura Delpero). Una vittoria che parla di talento, determinazione e, finalmente, anche di una diversa rappresentanza di genere nel panorama del cinema italiano.
Una cerimonia all’altezza della storia, condotta da Mika ed Elena Sofia Ricci
Il cuore pulsante della serata è stato il leggendario Teatro 5 di Cinecittà, luogo caro a Federico Fellini, che per una notte si è trasformato nella casa del cinema italiano. Alla conduzione, l’inedita coppia formata dal cantante libanese Mika e dall’attrice Elena Sofia Ricci, ha regalato ritmo, ironia e momenti di grande commozione.
Dai riconoscimenti tecnici ai volti noti, tutti i protagonisti della serata
Tra i premiati spiccano Elio Germano, miglior attore protagonista per Berlinguer - La grande ambizione di Andrea Segre, e Tecla Insolia, miglior attrice per L’arte della gioia. Proprio quest’ultimo titolo si è distinto anche per la sceneggiatura non originale, curata da Valeria Golino insieme a Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli e Stefano Sardo. I premi per il trucco e l’acconciatura sono andati a Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, mentre Gloria! di Margherita Vicario si è aggiudicato miglior regista esordiente, miglior canzone originale e miglior composizione musicale.
Un David alla carriera e un appello sincero
Grande emozione per Pupi Avati, insignito del David alla carriera. Il regista ha colto l’occasione per lanciare un appello alla politica, sottolineando la difficoltà che vivono le piccole produzioni indipendenti. “Cinema Revolution è carino, ma serve qualcosa di più”, ha detto, invitando alla creazione di un’istituzione dedicata al cinema italiano, gestita da esperti e non da politici.
Un premio speciale e un messaggio da Elio Germano
Momento intenso anche per il Premio Speciale Cinecittà David 70, consegnato a Giuseppe Tornatore da una sorprendente Monica Bellucci, in completo maschile doppiopetto. Ma è stato Elio Germano a portare sul palco un messaggio politico e umano forte, richiamando la parità di dignità sancita dalla Costituzione italiana, estendendola a ogni essere umano, senza distinzioni di origine, ricchezza, genere o religione. “Un palestinese deve avere la stessa dignità di un israeliano”, ha detto, sottolineando quanto ancora ci sia da fare.
La settantesima edizione tra memoria e futuro
In occasione di questo anniversario importante, il David ha voluto omaggiare anche la dimensione internazionale del cinema. Il riconoscimento per miglior film straniero è andato ad Anora di Sean Baker, mentre il David dello Spettatore ha premiato Diamanti di Ferzan Ozpetek. Tra i David Speciali anche Ornella Muti e Timothée Chalamet, celebrati per il loro contributo artistico e carisma unico.
Un David che guarda avanti, senza dimenticare il valore delle radici
Questa settantesima edizione non è stata solo un’occasione per celebrare il talento, ma anche per riflettere sul sistema cinematografico italiano. Tra premiazioni, abiti di scena, dichiarazioni pubbliche e atti simbolici, il David di Donatello 2025 si conferma come uno specchio del nostro tempo: tra bellezza e battaglie ancora aperte, tra il sogno del cinema e la realtà dell’industria culturale.
08 Maggio 2025
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