Nonostante il suo potenziale industriale e scientifico, l’Italia si colloca solo al 30° posto su 47 nel Global Innosystem Index 2025, la classifica stilata da TEHA Group - The European House Ambrosetti, e presentata al Technology Forum 2025 a Stresa, sul Lago Maggiore. Il risultato non sorprende gli addetti ai lavori: tra i parametri presi in esame ci sono investimenti in ricerca e sviluppo, qualità dell’istruzione, presenza di startup, competenze tecnologiche ed export. Purtroppo, su molti di questi fronti, l’Italia mostra segnali di debolezza strutturale.
Le cause del ritardo italiano
Il Paese perde due posizioni rispetto alla precedente edizione, segnando un preoccupante arretramento. Il calo è imputabile soprattutto alla scarsa incidenza dell’istruzione terziaria (solo il 34° posto in classifica), al basso numero di sviluppatori software (41°) e agli insufficienti investimenti nella formazione avanzata e nella ricerca scientifica. In un mondo sempre più dipendente dalle tecnologie e dal capitale umano qualificato, questi deficit rischiano di frenare il progresso dell’intero sistema economico nazionale.
Luci tra le ombre, i punti di forza dell’Italia
Nonostante le criticità, esistono aree di eccellenza che rendono il quadro meno cupo. L’Italia può contare su ricercatori di alto livello, un’industria manifatturiera con un saldo export tra i più positivi a livello globale, e due tra i dieci supercomputer più potenti del mondo installati sul suo territorio. Questi elementi, se valorizzati con una strategia coerente, possono rappresentare il motore per una crescita tecnologica più solida e competitiva.
Le regioni più innovative e il divario territoriale
La Lombardia si distingue nettamente nel panorama regionale europeo, posizionandosi al 16° posto su 242 regioni analizzate. Seguono Lazio (34°), Emilia Romagna (51°), Veneto (73°), Toscana (75°) e Piemonte (96°). Tuttavia, l’Italia continua a soffrire di un divario territoriale profondo, con regioni come la Calabria che si collocano in fondo alla classifica (228° posto), segnale di una crescita a macchia di leopardo che rischia di lasciare indietro interi territori.
Proiezioni future e obiettivi al 2040
Secondo le previsioni formulate da TEHA Group, un aumento degli investimenti in istruzione superiore, ricerca, tecnologia e attrazione di capitali esteri potrebbe far guadagnare all’Italia 12 posizioni nella classifica globale da qui al 2040. Questo miglioramento, stimano gli analisti, sarebbe in grado di accrescere il PIL nazionale del 20,6%, creando un impatto significativo sulla competitività complessiva del Paese.
Otto azioni strategiche per cambiare rotta
Per favorire un cambio di passo concreto, TEHA ha delineato otto proposte operative: rendere il coding una competenza di base scolastica, sviluppare una strategia nazionale per le materie STEM, attrarre talenti internazionali con strumenti dedicati, semplificare le procedure per la ricerca, rafforzare i legami tra imprese e università, stabilizzare gli incentivi alla R&S, accelerare il trasferimento tecnologico e alleggerire la burocrazia che oggi limita la crescita delle startup. Obiettivi ambiziosi ma indispensabili.
Una sfida aperta per il futuro
L’Italia si trova di fronte a una sfida cruciale: riattivare il motore dell’innovazione per non perdere ulteriore terreno in un contesto globale che corre veloce. Servono scelte coraggiose, investimenti mirati e una visione strategica condivisa tra pubblico e privato. Le basi scientifiche e tecnologiche esistono. Ora serve un sistema capace di farle crescere.
11 Maggio 2025
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