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La Norvegia che non ti aspetti, tra disuguaglianze crescenti e povertà infantile

Anche in Norvegia aumenta la povertà tra i bambini, con oltre 100.000 minori in famiglie a basso reddito.

La Norvegia che non ti aspetti, tra disuguaglianze crescenti e povertà infantile

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Cresce il divario tra ricchi e poveri in Norvegia, il 10% detiene la ricchezza mentre metà della popolazione resta indietro

Quando si pensa alla Norvegia, viene quasi spontaneo immaginarla come un’oasi di benessere e uguaglianza. Tuttavia, un’analisi più attenta, come quella pubblicata su The Lancet Public Health, racconta una storia diversa. Sebbene il Paese continui a godere di uno dei più alti standard di vita al mondo e di un sistema di welfare avanzato, le disuguaglianze stanno crescendo a un ritmo preoccupante. La concentrazione della ricchezza in mano a una piccola élite – il 10% più ricco, e in particolare lo 0,1% – mentre metà della popolazione non sperimenta miglioramenti tangibili, solleva interrogativi sulla sostenibilità del cosiddetto “modello norvegese”.

Il divario tra ricchi e poveri si allarga

Negli ultimi dieci anni, la percentuale di persone che vivono in famiglie a basso reddito in Norvegia è passata dall’8,1% al 10,1%. Dietro questi numeri si nasconde una realtà fatta di esclusione sociale, con un impatto particolarmente forte sugli immigrati: nel 2022, oltre il 30% delle persone nate fuori da Norvegia e Unione Europea risultava a rischio di povertà, contro meno del 15% dei cittadini nati in patria. Le politiche fiscali favorevoli ai redditi più alti, sommate all’impennata dei prezzi delle abitazioni, hanno reso quasi impossibile per i giovani accedere alla casa senza l’aiuto economico dei genitori, alimentando un ciclo intergenerazionale di diseguaglianza.

La povertà colpisce anche i più piccoli

Tra il 2012 e il 2021, la povertà infantile è cresciuta del 10,1%. Dietro questa percentuale ci sono migliaia di bambini che vivono in condizioni che limitano il loro accesso a una vita sana e a opportunità educative. La Norvegia si è classificata al 35° posto su 39 Paesi OCSE ed europei per l’efficacia delle politiche contro la povertà minorile. Sebbene i dati più recenti indichino una lieve diminuzione – dal 11,3% al 10,6% tra il 2021 e il 2022 – il confronto con il periodo 1999-2001, quando la povertà infantile si attestava al 3,3%, evidenzia un peggioramento significativo. Secondo UNICEF, più di 102.000 bambini norvegesi vivono oggi in famiglie con un reddito inferiore al 60% di quello mediano.

Il mito nordico sotto esame

L’immagine dei Paesi nordici come esempi virtuosi in termini di welfare e giustizia sociale viene oggi messa in discussione. In Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia, circa 1 bambino su 10 vive in condizioni di povertà. In Svezia la percentuale è ancora più alta, con un preoccupante 18%. La povertà infantile, ricordano gli esperti, non è solo una condizione economica ma un potente predittore di disuguaglianza futura: influisce sulla salute, sull’accesso all’istruzione, sulle possibilità lavorative. In assenza di interventi decisi, diventa una condanna generazionale.

Povertà e salute, un legame da non ignorare

Un’analisi dell’Institute of Health Equity del 2024 ha evidenziato come le disuguaglianze economiche influenzino anche la salute: l’accesso ai servizi sanitari, la qualità dell’alimentazione e la presenza o meno di una rete sociale incidono sul benessere psicofisico delle persone. In particolare, i bambini in famiglie povere sono esposti a maggiori rischi sanitari, a una dieta sbilanciata e a condizioni abitative precarie. Ne consegue un circolo vizioso: la povertà influisce sulla salute e la salute precaria limita le possibilità di uscire dalla povertà.

Ripensare il modello norvegese per affrontare la realtà

Gli autori dello studio pubblicato su The Lancet Public Health indicano alcune azioni urgenti per ridurre le disuguaglianze. In primis, una più equa redistribuzione del reddito, attuata con una tassazione progressiva e un rafforzamento delle misure di sostegno economico. Poi, investimenti nell’accesso alla casa e regolamentazioni capaci di calmierare il mercato immobiliare. Fondamentale anche il potenziamento dell’educazione, a partire dalla scuola dell’infanzia, e l’introduzione di pasti scolastici gratuiti e sani. Infine, politiche attive per l’occupazione e programmi di formazione per le fasce più svantaggiate. Solo una strategia integrata e monitorata può rispondere al crescente divario e riportare la Norvegia sulla via della vera equità.


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25 Maggio 2025
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