Nel cuore di un mondo sempre più lacerato da conflitti, la voce della Chiesa si leva con fermezza, richiamando i valori universali della dignità umana e della pace. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha aperto i lavori del Consiglio episcopale permanente con un messaggio chiaro e urgente, che tocca le ferite più profonde del nostro tempo: dalla Striscia di Gaza all’Ucraina, fino ai conflitti dimenticati di Asia, Africa e America Latina.
La striscia di Gaza, una richiesta di aiuti e umanità
Il grido della Chiesa è rivolto innanzitutto alla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, dove la popolazione civile continua a pagare il prezzo più alto delle ostilità. Il cardinale Zuppi ha chiesto il rispetto del diritto internazionale umanitario, l’apertura di corridoi sicuri e l’accesso senza ostacoli agli aiuti, ribadendo con decisione la necessità di promuovere una vera soluzione politica fondata sul principio “due popoli, due Stati”. Non si tratta di uno slogan, ma di un cammino possibile, che richiede volontà, coraggio e responsabilità da parte della comunità internazionale.
L’eco delle parole di Leone XIV e il dolore innocente
Facendo proprie le parole pronunciate da Leone XIV, Zuppi ha ricordato con dolore e preoccupazione l’impatto devastante del conflitto su bambini, anziani e persone fragili. Il richiamo del Pontefice all’ingresso di “dignitosi aiuti umanitari” e alla cessazione delle ostilità rappresenta una testimonianza limpida di quanto il magistero della Chiesa resti vicino ai più deboli e oppressi, senza mai cedere al cinismo geopolitico.
L’Ucraina e il difficile cammino del dialogo
L’appello del presidente della Cei non si limita al Medio Oriente. Anche l’Ucraina è al centro della riflessione, con l’invito a non arrendersi alla logica del conflitto perenne. Zuppi auspica il rafforzamento dei fili del dialogo e l’inserimento delle trattative in un quadro internazionale che garantisca una pace non solo possibile, ma anche giusta e stabile. È un’esortazione alla diplomazia, alla politica come arte della mediazione e della responsabilità.
Gli altri conflitti dimenticati, un dolore globale
L’intervento del cardinale allarga infine lo sguardo verso altri scenari di guerra spesso dimenticati: dalle violenze in Asia alle lotte intestine in Africa, passando per le crisi politiche e sociali in America Latina. La Chiesa si dice vicina a tutti i popoli piegati dalla forza delle armi, ricordando che ogni conflitto genera non solo morte e sofferenza, ma anche odio e nuove diseguaglianze. È un grido contro l’indifferenza, un invito a non abituarsi alla guerra come se fosse una tragica normalità.
Pace come servizio, non come slogan
Zuppi ricorda infine che la pace non è una parola da usare nelle dichiarazioni ufficiali, ma un servizio concreto da portare avanti “senza esitazioni, senza soste”. La Chiesa, con tutti i suoi limiti e le sue fragilità, vuole essere strumento di riconciliazione, non spettatrice silenziosa. In un tempo in cui la geopolitica sembra spesso cieca di fronte al dolore umano, questa voce che chiede pace diventa ancora più preziosa.
27 Maggio 2025
© team icoe, editoriale blozine
blozine editoriale no-profit della
Centro studi su innovazione, comunicazione ed etica.
Copywriters
Francesca S., Matteo R., Laura A., Antonella B., Giorgio F., Anna C., Miriam M., Stefano G., Adele P. e Francesca N.
Chi siamo
iscriviti sulla nostra pagina Facebook e non perderai nessuna notizia!
© blozine, l'editoriale dalla B alla Z. Tutti i diritti sono riservati.