Cosa conta davvero per chi lavora nel 2025? Se un tempo la risposta era scontata – denaro, carriera, prestigio – oggi la scala dei valori si è ribaltata. Il lavoro resta importante, certo, ma viene sempre più vissuto come una parte dell’identità personale e non solo come un mezzo per guadagnare. A guidare questo cambiamento è soprattutto una nuova generazione di lavoratori che mette al centro il benessere, la salute mentale e l’equilibrio tra vita privata e impegni professionali.
Generazione Z, la rivoluzione parte da loro
Secondo quanto riportato da The Guardian, il 74% dei giovani della Generazione Z considera il bilanciamento tra lavoro e vita privata una priorità assoluta. La retribuzione, pur rimanendo importante, è scesa al secondo posto con il 68% di preferenze. Questo dato, apparentemente in controtendenza in un periodo di instabilità economica globale, segnala un cambiamento profondo: lavorare sì, ma non a qualsiasi costo. Cresce la consapevolezza che lo stress e l’alienazione non valgono una busta paga più corposa.
Anche in Italia cambia la scala dei valori
Non si tratta di un fenomeno solo anglosassone. Anche in Italia la trasformazione è evidente. L’8° Rapporto Eudaimon-Censis sul welfare aziendale fotografa una realtà sorprendente: tra i valori più attrattivi sul posto di lavoro, la ricchezza si posiziona appena al terzultimo posto. In cima, invece, troviamo il benessere fisico e mentale (63,3%), seguito dalla tranquillità (41,3%) e dall’equilibrio (36,2%). Solo il 9% degli intervistati considera la ricchezza come indicatore primario di benessere.
La voce delle aziende, tra adattamento e nuove strategie
“Il lavoro non è più solo fonte di reddito, ma uno degli elementi fondanti del benessere personale”, afferma Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon. Aggiunge: “Oggi le persone, in particolare i giovani, cercano tempo per sé, tranquillità, un ambiente sano. E per rispondere a questi bisogni le aziende devono cambiare approccio”. Non bastano più i benefit economici o i pacchetti standard: il nuovo welfare dev’essere flessibile, personalizzato, centrato sulla persona.
Le 10 priorità dei lavoratori secondo il rapporto eudaimon-censis
Il benessere fisico e mentale guida le scelte del 63% dei dipendenti. La tranquillità, intesa come ambiente sereno e collaborativo, è essenziale per il 42%. L’equilibrio tra vita privata e professionale è al centro per il 34%, mentre il 30% desidera più tempo per sé. Il 26,5% individua nella famiglia il pilastro del proprio benessere. Sicurezza sul lavoro (20%) e consapevolezza di sé (11%) seguono. Solo il 9% collega il benessere alla ricchezza, mentre l’8% punta alla progettualità per il futuro e appena il 4,5% al divertimento.
Welfare aziendale, da costo a investimento
Alla luce di questi dati, ignorare le nuove esigenze dei lavoratori rischia di diventare un errore strategico. Le imprese che scelgono di investire nel benessere del personale non solo migliorano il clima aziendale, ma diventano anche più attrattive per i talenti, riducendo il turnover e aumentando la produttività. Un welfare personalizzato non è un lusso, ma una risposta concreta a una società che cambia. E forse, anche un modo per costruire un futuro più sano per tutti.
28 Maggio 2025
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