Un grido di dolore e di giustizia, Famiglia Cristiana denuncia la strage in corso e chiede alla comunità internazionale di intervenire
Uno sguardo che accusa
Quando lo sguardo di un bambino racconta più di mille parole, significa che il mondo ha smesso di ascoltare. È con questa immagine potente che si apre l’ultimo numero di Famiglia Cristiana, mettendo in copertina il volto della sofferenza innocente. I bambini di Gaza non sono solo vittime di un conflitto, ma testimoni silenziosi di una tragedia che si consuma nell’indifferenza. A dare voce a questi sguardi è don Stefano Stimamiglio, direttore della rivista, che nell’editoriale lancia un appello accorato: “Gaza è diventato l’inferno in terra. Nessuno può più giustificare o minimizzare questo massacro sistematico di innocenti”.
Una guerra senza misura
L’inchiesta pubblicata dalla rivista denuncia la sproporzione degli attacchi condotti dal governo di Israele contro obiettivi civili, con l’utilizzo di armi ad alta tecnologia fornite dall’Occidente. Non si risparmiano scuole, ospedali, quartieri residenziali. Non esiste più distinzione tra combattenti e civili. Tutto viene colpito. E il prezzo più alto lo pagano proprio i più deboli. Secondo Famiglia Cristiana, è questo il segno di una guerra che ha perso ogni senso della misura e della pietà.
Le armi che uccidono anche la verità
Oltre 200 giornalisti sono stati uccisi da inizio conflitto. Uomini e donne il cui unico crimine è stato raccontare. Documentare. Cercare la verità in mezzo alla distruzione. “Anche a loro dedichiamo queste intense pagine” scrive don Stimamiglio. L’arma della verità, in fondo, è quella che fa più paura. E quando si colpisce chi prova a usarla, è perché si vuole nascondere qualcosa di indicibile.
Chi arma la guerra
Il servizio curato da Francesco Anfossi analizza il flusso delle armi verso Israele: gli Stati Uniti rappresentano il principale fornitore, seguiti da Germania e Italia. Una quota ridotta quella italiana, ma non per questo trascurabile: si parla di aerei d’addestramento M-346, simulatori di volo e artiglieria navale. Mezzi che diventano strumenti di morte, impiegati per colpire anche aree densamente popolate come la costa di Gaza, dove vivono migliaia di bambini.
Testimonianze da una terra devastata
Nel cuore dell’inchiesta ci sono le parole di chi questa guerra la vive sulla pelle. La scrittrice palestinese Huda Skaik, costretta a fuggire undici volte in pochi mesi, si chiede quanto ancora potrà sopravvivere. La sua voce è quella di un popolo intero sospeso tra il terrore e la speranza. Una speranza che si affievolisce ogni giorno, ma che non vuole morire.
Un invito a non voltarsi
Infine, Famiglia Cristiana rilancia l’appello del Padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa: “Tornate come pellegrini. La vostra presenza è un segno di solidarietà concreta”. Un invito a non dimenticare, a non voltare le spalle. Perché la pace, se mai verrà, avrà bisogno anche del coraggio di chi sceglie di esserci, di vedere, di raccontare.
11 Giugno 2025
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