La North Atlantic Treaty Organization, conosciuta come NATO, è un’organizzazione internazionale nata con il Trattato del Nord Atlantico, siglato a Washington il 4 aprile 1949. La sua missione fondante è garantire la sicurezza e la libertà degli Stati membri attraverso strumenti politici e militari, in linea con i principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. A settantacinque anni dalla sua creazione, il cuore pulsante dell’Alleanza resta la promessa di solidarietà collettiva, ma i tempi e le minacce sono profondamente cambiati.
Il valore giuridico dell’articolo 5 e la clausola di consultazione
Nel quadro giuridico della NATO, due articoli rappresentano le colonne portanti dell’alleanza: l’articolo 4 e l’articolo 5. Il primo sancisce l’obbligo di consultazione tra i membri quando uno di essi percepisce una minaccia alla propria integrità territoriale o indipendenza politica. Il secondo, più noto, istituisce il principio di difesa collettiva: un attacco armato contro uno Stato membro è considerato un attacco contro tutti. Ogni risposta militare dovrà essere comunicata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e interrotta nel momento in cui quest’ultimo assuma il controllo della situazione.
Dall’attacco armato al terrorismo internazionale
L’articolo 5, nel tempo, ha subito un’evoluzione interpretativa. Originariamente concepito per rispondere ad attacchi militari convenzionali, oggi comprende anche minacce non tradizionali, come il terrorismo. L’11 settembre 2001 è stato il primo e unico caso di attivazione formale di tale articolo. Il Consiglio atlantico, convocato d’urgenza, stabilì che, se accertata la matrice esterna degli attentati negli Stati Uniti, si sarebbe trattato di un’aggressione tale da giustificare una risposta collettiva. Il concetto venne successivamente incluso nel Nuovo Concetto Strategico del 1999, che già annoverava il terrorismo tra i rischi più ampi per la sicurezza dei membri dell’Alleanza.
L’ambiguità strategica dell’era Trump
Durante il suo mandato, il presidente Donald Trump ha sollevato interrogativi che hanno scosso le fondamenta della NATO. In un’intervista a bordo dell’Air Force One, alla domanda sull’applicazione dell’articolo 5, rispose evasivamente: “Dipende dalla definizione di articolo 5”. Una frase che ha generato profonda inquietudine tra i partner europei, già preoccupati dalla sua linea dura sui contributi finanziari degli Stati membri. In gioco non c’era solo una clausola del trattato, ma l’affidabilità stessa della principale potenza militare dell’Alleanza.
Preoccupazioni europee e rassicurazioni formali
Le incertezze americane hanno sollevato un’ondata di reazioni tra i leader europei, i quali, riunitisi all’Aja, hanno ribadito l’importanza della coesione transatlantica in tempi di instabilità globale. Il segretario generale Mark Rutte ha assicurato il pieno impegno degli Stati Uniti, ma le sue parole sono sembrate più un tentativo di placare le acque che una reale rassicurazione. Il ruolo degli USA, specialmente in un contesto di crescente assertività russa, resta un elemento cruciale per l’equilibrio strategico del continente europeo.
Verso una nuova definizione di sicurezza collettiva
Nel mondo contemporaneo, le minacce si presentano in forme sempre più ibride: attacchi cibernetici, disinformazione, infiltrazioni politiche. Il dibattito sull’articolo 5 si inserisce in un contesto più ampio in cui la NATO si interroga sulla propria identità. È sufficiente il quadro attuale per garantire sicurezza ai suoi membri? O serve un aggiornamento strutturale che rispecchi le nuove realtà geopolitiche? Le risposte, forse, dipenderanno anche dalla volontà degli Stati Uniti di mantenere fede a una promessa fatta nel 1949, ma sempre più difficile da onorare nel XXI secolo.
25 Giugno 2025
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