C’è un alleato silenzioso nei corridoi degli ospedali di Bari, Lecce e Foggia: non indossa un camice bianco, ma è in grado di analizzare migliaia di dati in tempo reale. È l’intelligenza artificiale, protagonista di un progetto innovativo coordinato dall’Aress Puglia, che ha puntato l’attenzione sulla qualità delle prescrizioni mediche per esami diagnostici come TAC e risonanze magnetiche. E i risultati non sono passati inosservati.
Quattro prescrizioni su dieci risultano inutili o poco efficaci
Secondo l’indagine, presentata al Forum Logos & Téchne della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso), circa il 43% delle prescrizioni analizzate non risponde ai criteri di appropriatezza clinica. Solo il 39% si è rivelato perfettamente giustificato, mentre il restante 18% è risultato “parzialmente utile”. In pratica, quasi la metà degli esami richiesti potrebbe essere evitata, una tendenza che non riguarda solo la Puglia, ma anche altri Paesi europei come Spagna e Svezia, secondo quanto evidenziato da studi internazionali.
Un algoritmo per fare chiarezza
Il progetto ha coinvolto oltre 17.000 prescrizioni provenienti da strutture sanitarie pugliesi. Al centro dell’iniziativa, un sistema di intelligenza artificiale generativa capace di valutare automaticamente, e in tempo reale, se una prescrizione è realmente necessaria. Come ha spiegato Filippo Menolascina, ordinario di bioingegneria all’Università di Edimburgo, “l’obiettivo è migliorare la qualità della medicina, riducendo esami inutili e promuovendo un uso più mirato delle risorse”.
I vantaggi per pazienti e sistema sanitario
Le implicazioni di queste analisi non sono solo numeriche. Prescrivere esami inappropriati non è una semplice inefficienza: significa sottoporre pazienti a radiazioni non necessarie, contribuire all’allungamento delle liste d’attesa e gravare economicamente su un sistema sanitario già sotto pressione. Lo ha ribadito Giovanni Migliore, presidente Fiaso e direttore generale dell’Aress: “Abbiamo incluso questo algoritmo nel nostro osservatorio sull’intelligenza artificiale e i risultati parlano chiaro. È uno strumento utile, affidabile e con un forte impatto sulla sanità pubblica”.
Verso una sanità più consapevole e meno automatica
Se l’intelligenza artificiale riesce a mettere in discussione automatismi consolidati, allora c’è spazio per un ripensamento più ampio della cultura medica. Spesso, infatti, esami vengono prescritti più per prassi che per reale necessità clinica. In questo contesto, l’IA non sostituisce il medico, ma diventa uno specchio critico, utile per prendere decisioni più ponderate.
Prossima tappa, l’estensione del modello ad altre regioni
L’algoritmo non resterà confinato alla Puglia. Il passo successivo sarà testarne la replicabilità in altri contesti regionali. Un’operazione che potrebbe segnare un salto di qualità nella gestione delle risorse sanitarie, aiutando a orientare la medicina verso l’appropriatezza, la trasparenza e la sostenibilità.
28 Giugno 2025
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