L’emittente pubblica israeliana Kan ha riferito che Israele autorizzerà oggi la riapertura del valico di Rafah, al confine con l’Egitto, per permettere il passaggio degli aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza. La decisione giunge dopo giorni di tensioni e trattative diplomatiche, segnando un temporaneo allentamento delle restrizioni imposte dal governo israeliano.
Riapertura del valico e arrivo di aiuti umanitari
Secondo quanto riportato da Kan, circa 600 camion carichi di aiuti umanitari entreranno oggi a Gaza, provenienti da Nazioni Unite, organizzazioni internazionali autorizzate, settore privato e paesi donatori. L’obiettivo è fornire un supporto immediato alla popolazione palestinese, che continua a vivere in condizioni drammatiche a causa dei bombardamenti e della carenza di beni di prima necessità.
Le ispezioni e il mistero del quarto corpo restituito
Nella notte, Hamas ha consegnato a Israele quattro corpi, ma solo tre di essi sono stati identificati come appartenenti a cittadini israeliani rapiti durante l’assalto del 7 ottobre 2023: Eitan Levy, Tamir Nimrodi e Uriel Baruch. L’Istituto di Medicina Legale Abu Kabir ha confermato le identificazioni, precisando che il quarto corpo non appartiene a un cittadino israeliano. Rimane tuttavia ignota la sua identità e non sono stati diffusi dettagli sulle circostanze del suo trasferimento.
Revocate le sanzioni e riaperto il confine con l’Egitto
Il governo israeliano ha deciso di revocare le sanzioni che sarebbero dovute entrare in vigore oggi, inclusa la chiusura del valico di Rafah e la limitazione dell’ingresso di aiuti umanitari. La decisione è arrivata dopo che Hamas ha consegnato altri quattro corpi di ostaggi e ha comunicato l’intenzione di restituirne ulteriori nelle prossime ore. Secondo fonti diplomatiche, il processo di identificazione dei resti potrebbe richiedere fino a due giorni.
Hamas annuncia nuovi trasferimenti
Come riportato dal Times of Israel, Hamas ha informato i mediatori che mercoledì provvederà a consegnare in Israele altri quattro corpi di ostaggi deceduti. Con questi nuovi trasferimenti, il numero dei corpi restituiti salirebbe a dodici, mentre altri sedici rimarrebbero nella Striscia di Gaza. Hamas ha dichiarato di aver bisogno di più tempo per recuperare tutti i corpi, poiché molti si troverebbero sotto le macerie o nei tunnel bombardati dall’esercito israeliano.
Le difficoltà nei recuperi e il ruolo dei mediatori
Il negoziatore israeliano Gershon Baskin ha spiegato che le difficoltà nel recupero dei corpi derivano anche dal fatto che molti comandanti di Hamas, responsabili della sepoltura degli ostaggi, non sono più in vita. “Ho portato la questione all’attenzione dell’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff e gli ho detto che sarebbe stato un problema”, ha dichiarato Baskin alla CBS News, aggiungendo che “gli israeliani stanno già accusando Hamas di violare gli accordi”. Witkoff avrebbe assicurato che “non permetteremo che ciò accada”, come riporta Al Jazeera.
Un fragile equilibrio tra politica e umanità
La riapertura del valico e la consegna degli aiuti rappresentano un gesto di distensione in un contesto ancora profondamente instabile. Mentre Israele cerca di mantenere la pressione su Hamas, la comunità internazionale continua a chiedere più corridoi umanitari e maggiore protezione dei civili. Ogni passo verso la cooperazione è fragile, ma necessario per evitare un ulteriore aggravamento della crisi nella Striscia di Gaza.
15 Ottobre 2025
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