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Nero, il complotto dei complotti e la verità nascosta nelle pieghe del tempo

Un romanzo satirico e visionario che mescola fantascienza e critica sociale in un viaggio tra tempo e burocrazia

Nero, il complotto dei complotti e la verità nascosta nelle pieghe del tempo

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Nero è l’eroe precario di una generazione sospesa, dove anche la speranza è un documento da protocollare

Luca Giommoni torna con un romanzo ambizioso e visionario che mescola fantascienza sociale, ironia e un’analisi impietosa delle contraddizioni del mondo contemporaneo. Nero. Il complotto dei complotti, pubblicato da effequ, è una storia che parte da una premessa tanto assurda quanto geniale: e se i centri per l’impiego potessero davvero rimandare i disoccupati nel passato per trovare lavoro?

In questo mondo distopico, il protagonista Nero Ceccobelli scopre che le ingiustizie non sono solo figlie del tempo, ma di un sistema che si ripete e si autoalimenta, con una burocrazia tanto opprimente quanto grottesca.

Il ritorno di Luca Giommoni e il nuovo realismo fantastico

A quattro anni da Il rosso e il blu. Una comune favola di migrazione, Giommoni ritorna con una prova narrativa più matura e complessa. Il suo stile conserva la vena ironica e la capacità di trasformare l’assurdo in specchio del reale. La trama si apre tra le mura grigie dei centri per l’impiego e le call infinite del lavoro contemporaneo, per poi esplodere in un universo dove il viaggio nel tempo diventa l’unica via d’uscita dalla precarietà.

Ma, come accade spesso nei mondi ideati dall’autore, la salvezza è un’illusione. Ogni salto temporale svela solo nuove forme di alienazione, di controllo e di inefficienza amministrativa, in un eterno ritorno dell’assurdo kafkiano.

Il complotto dei complotti

Il cuore del romanzo è un’idea tanto paradossale quanto brillante: e se tutte le teorie del complotto servissero a nascondere un unico, grande complotto?
In questa spirale di meta-narrazioni, Giommoni gioca con il lettore, costruendo una rete di illusioni in cui la verità non è mai dove ci si aspetta. Il “complotto dei complotti” non è solo un espediente narrativo, ma una riflessione sull’epoca della disinformazione e della perdita di fiducia collettiva.

Il protagonista, Nero, cerca risposte, ma finisce per comprendere che la ricerca stessa del senso è il più grande inganno. Il complotto diventa così un rifugio, un modo per dare ordine a un mondo che di logico non ha più nulla.

Busenga, il neologismo di un’intera generazione

Nel romanzo compare un termine tanto curioso quanto geniale: Busenga. È un neologismo ambigenere, coniato da Nero e Alfredo, il suo amico e compagno di disavventure, per indicare tutti quegli individui convinti che il successo sia un merito e il fallimento una scelta.
Una parola ironica e spietata, simbolo di una generazione crocifissa su stage gratuiti, contratti a termine e colloqui infiniti.

Attraverso il concetto di Busenga, Giommoni colpisce al cuore la retorica meritocratica moderna: quella che predica l’autorealizzazione ma ignora le disuguaglianze strutturali. È una satira lucida del nostro tempo, dove la motivazione personale è diventata una forma di auto-colpevolizzazione.

Una narrazione che attraversa epoche, ironia e distopia

Il romanzo si muove tra passato, presente e futuro in un intreccio vertiginoso di realismo urbano e surrealismo satirico. Dai centri per l’impiego post-industriali ai laboratori segreti dell’Area 51, da Roswell a John Wayne, da Hulk Hogan fino a una Giorgia Meloni trasfigurata in figura mitologica, il racconto diventa una parabola dell’assurdo contemporaneo.

Ogni pagina è un cortocircuito linguistico, un collage di registri e simboli culturali. Eppure, nel caos apparente, Giommoni orchestra ogni elemento con rigore chirurgico, costruendo un mosaico narrativo di rara precisione.

Le influenze letterarie e il tono di Giommoni

L’opera mostra un doppio respiro letterario: da un lato Kafka, con la sua burocrazia opprimente e la disumanizzazione del lavoro; dall’altro Pynchon e Vonnegut, con la loro visione ironica e postmoderna dell’assurdo.
Nero è figlio di Mattatoio n.5 e di L’incanto del lotto 49, ma è anche un ritratto intimo della disillusione italiana: un paese dove si può finire intrappolati tra PEC, timbri e portali che non funzionano.

L’autore alterna registri alti e bassi, sarcasmo e poesia, comicità e tragedia, in una scrittura densa, colta, ma sempre accessibile. La sua lingua è viva, capace di parlare tanto ai lettori di fantascienza quanto a chi cerca una riflessione sociale autentica.

Un romanzo per il nostro tempo

Nero. Il complotto dei complotti è molto più di un esercizio narrativo: è uno specchio deformante in cui riconosciamo le nostre stesse alienazioni.
Dietro il sorriso amaro e la parodia dei complotti si nasconde una domanda profonda: che senso ha lavorare, se il lavoro stesso non produce senso?
È una storia che parla di noi, dei nostri fallimenti, delle nostre illusioni di controllo e delle infinite call settimanali che scandiscono vite sospese tra PDF e promesse di rinnovo.

Fai ciò che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita — scriveva qualcuno. Giommoni lo ribalta con feroce lucidità: fai ciò che ami e sarà terribile

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www.effequ.it


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17 Ottobre 2025
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