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Il blu dei Faraoni, quando la luce dell’Egitto incontra Roma

Oltre 130 capolavori dall’Egitto alle Scuderie del Quirinale, tra sarcofagi dorati e legami millenari con l’Italia

Il blu dei Faraoni, quando la luce dell’Egitto incontra Roma

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Tesori dei Faraoni porta a Roma l’anima dell’Egitto, tra arte, storia e diplomazia culturale tra due civiltà eterne

L’intensità del blu dei lapislazzuli avvolge le pareti come un respiro antico, mentre nella penombra si accende l’oro dei sarcofagi, un oro che voleva evocare il colore ambrato della pelle dei sovrani. Il bianco puro dell’alabastro dei vasi canopi, che custodivano gli organi dei defunti, dialoga con il nero del fango del Nilo, simbolo di vita e rinascita. In questo gioco di contrasti, tra luce e ombra, tra sabbia e acqua, prende forma la suggestione della mostra “Tesori dei Faraoni” alle Scuderie del Quirinale, un viaggio che porta Roma nel cuore dell’Antico Egitto.

Un’esposizione da record

Dal 24 ottobre al 3 maggio, le sale delle Scuderie si trasformano in un tempio del tempo, con una mostra di durata eccezionale che punta al record di visitatori. Già oltre 40.000 biglietti in prevendita e l’obiettivo ambizioso di raggiungere il mezzo milione. Un traguardo importante per un evento dal costo complessivo di 3,5 milioni di euro, reso possibile anche grazie al sostegno di partner privati come Intesa Sanpaolo ed Eni.

Un ponte culturale tra Italia ed Egitto

“Affascinante”, ha commentato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo la sua visita. Per il ministro della Cultura Alessandro Giuli, la mostra rappresenta “una stretta di mano ideale” tra Italia ed Egitto, due nazioni custodi di eredità culturali millenarie. Non è un caso che l’esposizione si inserisca all’interno delle relazioni bilaterali rafforzate dal Piano Mattei per l’Africa, con un calendario che proseguirà il 1° novembre con la presenza della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’inaugurazione del Grand Egyptian Museum del Cairo.

Capolavori mai visti prima

Il direttore delle Scuderie, Matteo Lafranconi, racconta che l’esposizione raccoglie 130 capolavori provenienti dai musei del Cairo, di Luxor e dal Museo Egizio di Torino, coprendo un arco temporale di oltre mille anni. Alcuni pezzi non avevano mai lasciato prima il territorio egiziano. Tra i reperti più significativi figura la Mensa Isiaca, un’opera che simboleggia il legame profondo tra la civiltà egizia e quella romana, chiudendo idealmente il percorso della mostra.

Una collaborazione millenaria

“La mostra è una vera incarnazione del rapporto radicato tra le nostre nazioni”, ha sottolineato Sherif Fathy, ministro egiziano del Turismo e delle Antichità, insieme al segretario generale del Consiglio superiore delle Antichità Mohamed Ismail Khaled. Un legame che non è solo culturale, ma anche diplomatico, e che continua a evolversi nel segno della cooperazione e del rispetto reciproco.

Una mostra per tutti, tra scienza e meraviglia

Non solo studiosi e storici dell’arte, ma anche studenti e famiglie troveranno in Tesori dei Faraoni un’esperienza immersiva. Tra le attrazioni più attese ci sono i recenti ritrovamenti della Città d’Oro di Amenofi III, scoperta nel 2021 dall’archeologo Zahi Hawass. L’audioguida, disponibile in quattro lingue, è narrata in italiano da Roberto Giacobbo e dallo stesso Hawass in inglese, con una versione speciale per i più piccoli.

La voce dell’eternità

Come ha spiegato il curatore Tarek El Awadi, già direttore del Museo Egizio del Cairo, “questa mostra racconta non solo i faraoni, ma anche le persone che li circondavano”. Ogni oggetto è una voce del passato: il sarcofago dorato della regina Ahhtep II, la collana delle Mosche d’Oro, il corredo funerario di Psusennes I o il monumentale sarcofago di Tuya. Accanto alla magnificenza delle tombe regali, oggetti quotidiani come utensili per la birra o statuette di artigiani testimoniano la vitalità di una civiltà che, pur nella morte, celebrava la vita.

Tesori dei Faraoni non è solo una mostra: è un ponte di luce che unisce due sponde del Mediterraneo, un viaggio nella memoria che ci ricorda quanto la bellezza e la conoscenza siano eredità universali.


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23 Ottobre 2025
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