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Dracula, l’amore perduto di Luc Besson

Nel film Dracula, l’amore perduto, Besson riscrive il mito del vampiro come un artista immortale in cerca di bellezza

Dracula, l’amore perduto di Luc Besson

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Tra fede, arte e passione, il Dracula di Besson è un viaggio poetico nell’eternità dell’amore

Dracula, l’amore perduto di Luc Besson non è il classico film di vampiri. È piuttosto un lungo, struggente viaggio dentro l’amore, la solitudine e l’eternità. Il regista francese, tornato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, ha voluto rileggere il mito di Dracula in chiave profondamente romantica, ricordandoci che, prima ancora di essere un mostro, il conte è un uomo che soffre.

Un amore che attraversa i secoli

Rileggendo il romanzo di Bram Stoker avevo dimenticato che si tratta soprattutto di una storia d’amore e non di sangue e denti”, racconta Luc Besson. E in effetti il suo Dracula. L’amore perduto – in uscita il 29 ottobre con Lucky Red – ribalta ogni aspettativa. Nella Transilvania del XV secolo, il principe Vladimir (interpretato da Caleb Landry Jones) perde la sua amata Elisabeta/Mina Murray (la magnetica Zoë Bleu). Disperato, rinnega Dio e viene condannato a un’esistenza immortale. Da allora vive nel tormento di un amore che neppure il tempo riesce a dissolvere, aspettando per secoli che la donna che ama possa reincarnarsi.

Un cast visionario per un amore eterno

Nel film, Matilda De Angelis interpreta Maria, una vampira imprevedibile e sensuale. “Sembra una gattina che fa le fusa, ma all’improvviso diventa feroce”, racconta l’attrice, descrivendo il suo personaggio come un animale in gabbia, nato dalla mente di un regista capace di unire dolcezza e ferocia nella stessa scena. Nel cast figurano anche Christoph Waltz nei panni di un sacerdote cacciatore di vampiri, insieme a Ewens Abid e Guillaume De Tonquedec.

Luc Besson e la rinascita del mito

Mi è venuta l’idea sul set di Dogman”, confida Besson. “Mi chiedevo: e ora cosa faccio? De Gaulle, Dio, Cesare? Poi ho pensato a Dracula, e ho riletto il suo libro”. Da questa curiosità è nato un film che non parla di mostri, ma di fede, arte e desiderio. Besson stesso definisce la fede “un’ipotesi, un racconto di qualcuno che nessuno ha mai visto, ma che può far star meglio”.

Un Dracula umano e poetico

Caleb Landry Jones torna a lavorare con Besson dopo Dogman e descrive l’esperienza come un viaggio dentro l’anima del personaggio: “Luc voleva che vivessi davvero nella pelle di Dracula. Abbiamo parlato di cosa significhi essere immortali”. E nel film, questa immortalità diventa maledizione e privilegio insieme.

Zoë Bleu, la luce tra le tenebre

Zoë Bleu, figlia di Rosanna Arquette, interpreta l’amore eterno del conte e riporta al centro la tenerezza di una storia che si credeva perduta. “Questo film porta un messaggio d’amore. Non è il solito Dracula assassino ed egoista. Mi piace che il pubblico si aspetti paura e trovi invece amore”.

Un’estetica da artista immortale

Il genio di Besson emerge nei dettagli: “Dracula ha molto tempo, quindi si muove lentamente, come un’iguana”, spiega il regista. “Non può amare gli esseri umani perché moriranno, perciò ama ciò che è eterno: l’arte, la musica, la pittura, la seta, i gioielli”. Il vampiro diventa così un dandy immortale, un artista che cerca la bellezza come unica salvezza dalla solitudine.


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25 Ottobre 2025
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