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Italia e Onu, scontro sul rapporto di Francesca Albanese sulla crisi in Medio Oriente

Scontro diplomatico all’Onu, l’ambasciatore Maurizio Massari accusa Francesca Albanese di violare il codice di condotta

Italia e Onu, scontro sul rapporto di Francesca Albanese sulla crisi in Medio Oriente

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L’Italia respinge le accuse di complicità nel genocidio a Gaza e difende la neutralità del sistema Onu

La tensione diplomatica tra l’Italia e la rappresentanza delle Nazioni Unite si riaccende. Al centro della polemica, il rapporto della relatrice speciale per i territori palestinesi occupati Francesca Albanese, giudicato da Roma come privo di equilibrio e di credibilità. Le accuse di parzialità e violazione del mandato hanno acceso un nuovo fronte di discussione sulla gestione dei dossier internazionali legati al conflitto in Medio Oriente.

Contestazioni italiane al rapporto Onu

L’ambasciatore italiano presso l’Onu, Maurizio Massari, ha espresso una ferma opposizione alle conclusioni della relatrice, definendo il documento “completamente privo di credibilità e imparzialità”. Secondo la delegazione italiana, il testo andrebbe oltre il mandato affidato alla relatrice, invadendo ambiti che includono giudizi su altri Stati e sulla cooperazione con la Corte penale internazionale (CPI).
L’Italia è stata inoltre citata tra i sessantatré Paesi accusati da Albanese di “complicità nel genocidio a Gaza”, un’accusa che Roma ha respinto con fermezza, ritenendola infondata e inaccettabile.

Superamento del mandato e credibilità del documento

Massari ha sottolineato come il rapporto non solo oltrepassi i limiti del mandato della relatrice, ma presenti gravi criticità metodologiche e contenutistiche. L’ambasciatore ha ribadito che l’incarico delle relazioni speciali dell’Onu prevede l’analisi di fatti specifici all’interno di un contesto giuridico chiaro, senza sconfinare in valutazioni politiche o ideologiche che possano compromettere la neutralità del ruolo.
Secondo la rappresentanza italiana, un simile approccio rischia di indebolire la credibilità delle Nazioni Unite e la fiducia degli Stati membri nel sistema multilaterale.

Il richiamo al codice di condotta

Uno dei punti più critici sollevati da Massari riguarda il presunto disprezzo del codice di condotta dei Relatori Speciali, che impone principi di integrità, imparzialità e buona fede.
L’ambasciatore ha rimarcato che questi valori non sono opzionali, ma costituiscono la base di ogni attività istituzionale svolta in nome delle Nazioni Unite. “Il rispetto di tali principi è il fondamento di qualsiasi rapporto credibile e dell’attuazione stessa dei mandati Onu”, ha dichiarato Massari durante la sua replica ufficiale.

Accuse di mancanza di moderazione

Le critiche alla relatrice speciale Francesca Albanese non sono nuove. Già in passato, diversi Paesi – tra cui Israele – avevano espresso riserve sulla sua mancanza di equilibrio.
Durante un recente evento pubblico in Italia, Albanese sarebbe apparsa – secondo quanto riportato da Massari – in contrasto con una dichiarazione del sindaco locale che invocava il rilascio degli ostaggi israeliani. Un episodio che, nella lettura diplomatica italiana, rafforzerebbe l’impressione di parzialità e di scarsa moderazione nella gestione del suo mandato.

La posizione finale dell’Italia

La missione italiana presso il Palazzo di Vetro ha scelto di non commentare nel merito il contenuto del rapporto, ritenendolo privo dei requisiti minimi di credibilità e imparzialità.
“Di fronte a un documento di questo tipo, preferiamo non aggiungere ulteriori commenti”, ha concluso l’ambasciatore Massari, sottolineando come l’Italia continuerà a sostenere il diritto internazionale e i principi di equità nelle sedi multilaterali, ma respingerà sempre ogni tentativo di strumentalizzazione politica.

Riflessione sul ruolo delle Nazioni Unite

L’episodio rilancia il dibattito più ampio sul ruolo delle Nazioni Unite e sulla necessità di preservare la neutralità delle figure istituzionali che ne rappresentano i valori.
In un contesto mondiale già segnato da tensioni e polarizzazioni, la credibilità dell’Onu dipende anche dalla capacità dei suoi rappresentanti di agire con equilibrio, rispetto e trasparenza.
L’Italia, da parte sua, ribadisce il proprio impegno nel promuovere una pace giusta e duratura, basata sul dialogo e sul diritto internazionale.


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30 Ottobre 2025
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