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Il 5x1000 che diventa 4,3, la democrazia fiscale che perde fiducia

Il 5x1000 rischia di diventare un 4,3x1000, tradendo la fiducia dei cittadini e penalizzando il Terzo Settore

Il 5x1000 che diventa 4,3, la democrazia fiscale che perde fiducia

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Milioni di italiani devolvono il 5x1000, ma una parte dei fondi resta allo Stato. Le associazioni chiedono trasparenza

Molti cittadini credono che il 5x1000 delle proprie tasse arrivi integralmente agli enti o alle associazioni che hanno scelto di sostenere. Ma non è così. Lo Stato stabilisce ogni anno, con la Legge di Bilancio, un tetto massimo di spesa oltre il quale le somme versate – pur essendo destinate dai contribuenti – restano nel bilancio statale. Da qui nasce l’appello lanciato dal mondo del Terzo Settore: “5 per mille, ma per davvero”, promosso da 67 organizzazioni e guidato da Stefano Arduini, direttore della rivista Vita.

Un tetto che limita la solidarietà

Il limite fissato oggi è di 525 milioni di euro. Una cifra che fino a pochi anni fa bastava, ma che oggi risulta insufficiente. Nel 2023 i cittadini hanno donato complessivamente oltre 603 milioni di euro, ma alle associazioni ne sono arrivati solo 525: 79 milioni sono rimasti nelle casse dello Stato. In pratica, il 5x1000 si è trasformato in un 4,3x1000.

La scelta dei cittadini che resta incompiuta

Secondo i dati 2024, il 42,2% dei contribuenti italiani – circa 18 milioni di persone – ha scelto di destinare parte della propria Irpef a un ente non profit. Ma la loro volontà è stata solo parzialmente rispettata. “Questo meccanismo mina la fiducia dei cittadini e indebolisce la capacità del Terzo Settore di creare valore sociale” spiega Arduini.

Un sistema che chiede coerenza

Il 5 per mille è nato nel 2006 come strumento di partecipazione democratica e trasparente. Da allora ha generato complessivamente oltre 8,7 miliardi di euro per sostenere associazioni, enti di ricerca e realtà sociali. Tuttavia, dal 2022 il tetto dei 525 milioni ha bloccato la crescita. La recente manovra ha previsto un aumento fino a 610 milioni, ma resta una misura temporanea che non risolve il problema strutturale.

Un impatto concreto sulle persone

Molte organizzazioni vivono grazie al 5x1000 e non hanno fonti di finanziamento alternative. Tra queste, Save the Children, che utilizza questi fondi per sostenere i Punti Luce, spazi educativi gratuiti attivi in tutta Italia per bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni. “Dove un ragazzo non ha opportunità di crescita e sviluppo, lì c’è povertà educativa” racconta Domenico Capanna, responsabile del Punto Luce de L’Aquila.

Il senso di ingiustizia dei contribuenti

Per molti cittadini, scoprire che i propri fondi non arrivano a destinazione genera un senso di sfiducia e ingiustizia. Chi sceglie di devolvere parte della propria Irpef lo fa per sostenere cause reali, non per alimentare il bilancio dello Stato. Eliminare il tetto, o quantomeno adeguarlo automaticamente alle donazioni, sarebbe un segnale concreto di rispetto verso la volontà dei contribuenti e verso chi lavora ogni giorno per migliorare la società.

Restituire credibilità al 5 per mille

Il 5 per mille rappresenta una delle più autentiche forme di democrazia fiscale: ogni cittadino può decidere dove destinare una parte delle proprie tasse, contribuendo direttamente al bene comune. Ma per continuare a funzionare, questo meccanismo ha bisogno di trasparenza e di coerenza. Senza fiducia, anche la solidarietà perde forza.


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19 Ottobre 2025
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