Il portavoce dell’Ufficio per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, Jens Laerke , ha annunciato da Ginevra che l’Onu ha ricevuto l’autorizzazione a inviare circa 100 camion carichi di aiuti nella Striscia di Gaza . Si tratta del primo segnale concreto dopo settimane di silenzio e chiusura totale dei valichi da parte di Israele, ma secondo le stesse Nazioni Unite si è ancora ben lontani da un reale cambiamento.
Primi camion recuperati, ma il flusso è minimo
Durante la conferenza stampa odierna, Laerke ha precisato che l’organizzazione è riuscita anche a recuperare i primi cinque camion già entrati ieri a Gaza. Tuttavia, la quantità di aiuti effettivamente distribuita finora è minima e non proporzionata alla gravità dell’emergenza. In undici settimane di blocco totale, la popolazione civile – già stremata da mesi di conflitto – ha visto crollare le possibilità di sopravvivenza.
Tom Fletcher, appello disperato dalla Bbc
Il diplomatico britannico Tom Fletcher , vicesegretario generale dell’Onu e responsabile delle missioni di emergenza, ha rilasciato un’intervista alla Bbc in cui lancia un allarme drammatico: se gli aiuti non arriveranno immediatamente in modo massiccio, “14.000 bebè” palestinesi potrebbero morire nelle prossime 48 ore.
Una goccia nell’oceano, secondo l’Onu
Nel corso dell’intervista, Fletcher non ha usato mezzi termini: l’ingresso autorizzato di meno di dieci camion è stato definito “una goccia nell’oceano”. Il diplomatico ha sottolineato che non si tratta di fare calcoli politici ma di agire in fretta per salvare vite umane. I neonati palestinesi rappresentano oggi l’anello più fragile di una catastrofe annunciata, aggravata dal collasso del sistema sanitario locale e dalla mancanza di beni essenziali.
Ultima chiamata per la comunità internazionale
“Abbiamo 48 ore”, ha dichiarato Fletcher, aggiungendo: “Io voglio che questi 14.000 bebè siano salvati per quanto possibile”. Il messaggio è rivolto alla comunità internazionale, affinché spinga per l’apertura completa dei corridoi umanitari e garantisca la continuità e la sicurezza degli aiuti. Ogni ora di attesa può costare centinaia di vite innocenti.
Gaza allo stremo, serve un’azione collettiva
La situazione nella Striscia di Gaza richiede un’azione immediata e coordinata. L’invio di 100 camion è un primo passo, ma insufficiente di fronte all’emergenza che coinvolge milioni di persone, tra cui donne, bambini e anziani. Serve un piano chiaro, sostenuto non solo da organizzazioni umanitarie ma anche da Stati pronti a farsi carico della responsabilità morale e civile di fermare una tragedia evitabile.
20 Maggio 2025
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