Milano celebra Bice Lazzari con una grande retrospettiva ospitata a Palazzo Citterio dal 16 ottobre 2025 al 7 gennaio 2026. È la prima antologica in Italia dedicata a questa artista che ha attraversato tutto il Novecento con un linguaggio unico, rigoroso e profondamente poetico. Curata da Renato Miracco, in collaborazione con l’Archivio Bice Lazzari di Roma e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, la mostra raccoglie oltre 110 opere che raccontano un percorso artistico e umano fuori dagli schemi.
Un’artista libera e moderna
Donna indipendente e anticonformista, Bice Lazzari ha dedicato la vita all’arte, sperimentando tecniche e linguaggi che le hanno permesso di restare sempre fedele a se stessa. Nata a Venezia nel 1900, si è imposta in un mondo dominato dagli uomini grazie alla forza del suo segno e alla coerenza della sua ricerca. Nel 2003 è stata l’unica donna italiana inclusa nella mostra Kandinsky e l’avventura astratta alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, un riconoscimento alla sua profonda indagine sull’astrazione.
Un viaggio attraverso il Novecento
L’allestimento firmato da Francesco Librizzi Studio accompagna il visitatore in un viaggio cronologico che attraversa quarant’anni di evoluzione artistica. Si parte dal figurativo degli esordi, per passare alle sperimentazioni informali degli anni Cinquanta e Sessanta, fino alla purezza geometrica della produzione più matura. Ogni sala diventa un frammento del suo universo visivo, fatto di segni, vibrazioni, linee e spazi che dialogano tra rigore e sensibilità.
Dalle arti applicate all’astrazione pura
Le prime opere di Bice Lazzari risalgono agli anni Trenta e Quaranta, quando si dedicò con passione all’arte applicata: dai disegni per tessuti commissionati da Gio Ponti ai progetti decorativi per la motonave Raffaello. Sono anni in cui la sua arte dialoga con l’architettura e il design, anticipando un linguaggio che troverà piena maturità nelle opere astratte del dopoguerra.
La collaborazione con Palma Bucarelli
Negli anni Cinquanta e Sessanta, la sua produzione entra nelle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma grazie all’intuizione della direttrice Palma Bucarelli, che ne riconosce il valore innovativo. In questo periodo, Lazzari affina un linguaggio sempre più essenziale, costruito su linee, tratti e vibrazioni cromatiche che diventano racconto puro, quasi musicale.
Minimalismo e poesia visiva
Negli ultimi decenni della sua carriera, Bice Lazzari approda a una forma d’arte intimamente minimalista, fatta di equilibrio e silenzio. Le sue tele, ridotte all’essenziale, sembrano sospese tra pittura e scrittura, come pagine di un diario interiore. È l’espressione più alta della sua libertà creativa: un’arte senza ornamento, dove il segno diventa respiro e la linea si fa emozione.
15 Ottobre 2025
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