Il governo sta preparando la prossima manovra economica e uno dei capitoli più attesi riguarda l’alleggerimento fiscale sui salari. Si parla di meno tasse sugli straordinari, sul lavoro festivo e, con buona probabilità, anche sulle tredicesime.
Ipotesi di riduzione delle aliquote Irpef
La proposta più concreta è la riduzione di due punti dell’aliquota Irpef sullo scaglione di reddito tra i 28mila e i 50mila euro, che potrebbe essere estesa fino a 60mila euro. Un intervento che, se confermato, darebbe respiro al ceto medio, ma che dovrà essere quantificato in base alle risorse disponibili.
Premi di produttività e salari bassi
Accanto a questo, si valuta un ampliamento delle voci che già oggi beneficiano di una tassazione agevolata. I premi di produttività, ad esempio, sono attualmente tassati al 5% fino a un massimo di 3.000 euro per chi ha redditi sotto gli 80mila euro. L’idea è estendere il regime ridotto anche ad altre forme di retribuzione accessoria, come straordinari e festivi, e introdurre incentivi per i salari più bassi, compresi tra 7,5 e 9 euro l’ora.
La suggestione della tredicesima
La vera novità, sottolineata dal vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, riguarda la detassazione delle tredicesime. Un’ipotesi che appare difficile da sostenere a livello di bilancio pubblico, considerando che queste valgono complessivamente oltre 59 miliardi di euro e generano circa 14,5 miliardi di gettito per lo Stato. Ma il governo non esclude di valutare formule intermedie, sulla scia del bonus natalizio introdotto lo scorso anno per i redditi fino a 28mila euro.
Benefici per lavoratori e imprese
Ridurre le tasse sugli straordinari significherebbe dare ai lavoratori un guadagno netto più alto, garantendo al contempo maggiore flessibilità alle imprese nei periodi di maggiore produzione. È in valutazione anche un tetto massimo di ore agevolabili, per contenere i costi e favorire un equilibrio tra competitività e sostenibilità dei conti pubblici.
Il nodo delle risorse disponibili
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiarito che le priorità della manovra dovranno essere calibrate in base alle risorse effettive. Oltre al capitolo lavoro, l’Italia deve rispettare gli impegni con la Nato in materia di spese per difesa e sicurezza. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen presenterà a ottobre al Consiglio Europeo gli obiettivi comuni di spesa, che incideranno anche sul margine di manovra del nostro Paese.
Tra crescita e vincoli di bilancio
Il vero equilibrio sarà tra le misure per sostenere i redditi e la necessità di mantenere il deficit sotto il 3%, obiettivo che appare alla portata. La sfida per il governo è conciliare il sostegno al lavoro e ai consumi con i vincoli europei, evitando che la “clausola di salvaguardia” sulle spese per la difesa penalizzi l’Italia rispetto ad altri Paesi.
09 Settembre 2025
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