Avere vent’anni oggi significa spesso convivere con una tecnologia pervasiva senza preoccuparsi troppo delle sue conseguenze ambientali. Avere sessant’anni, invece, porta a vedere la sostenibilità come una priorità irrinunciabile, a volte con una certa diffidenza verso l’avanzamento tecnologico. Un recente studio dell’Osservatorio per la Sostenibilità Digitale, presentato alla quarta edizione del "Digital Sustainability Day 2025" presso l’Università "La Sapienza" di Roma, ha analizzato proprio queste differenze.
Il progetto "Generazioni", una fotografia del rapporto tra età e digitale
La ricerca, realizzata in collaborazione con l’Istituto San Pio V, ha utilizzato il Digital Sustainability Index (DiSI) per studiare come Generazione Z, Millennials, Generazione X e Baby Boomers percepiscano e utilizzino il digitale in relazione alla sostenibilità. Tra i partner dell’iniziativa figurano nomi importanti come AGID, ISTAT, RAI, ENI e IBM Italia.
Sfatare i luoghi comuni, l’analisi di Stefano Epifani
Secondo STEFANO EPIFANI, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, i risultati hanno evidenziato che non esiste una singola "transizione digitale", ma percorsi distinti per ogni generazione. “Il nostro obiettivo è stato quello di capire come cambino il rapporto con il digitale e la sensibilità alla sostenibilità a seconda dell’età", ha spiegato EPIFANI, sottolineando come molte convinzioni consolidate sui giovani siano state messe in discussione.
Differenze generazionali tra uso del digitale e attenzione ambientale
Tra i giovani, il 48% della Generazione Z e il 33% dei Millennials sono molto attivi sia nell’uso del digitale che nell’impegno per la sostenibilità. Tuttavia, il 32% della Generazione X e il 52% dei Baby Boomers utilizzano poco il digitale e mostrano scarso interesse verso temi ambientali. Solo un italiano su quattro considera la tecnologia digitale utile per la sostenibilità.
La percezione del cambiamento climatico, un tema generazionale
Se il 67% degli over 60 considera prioritario agire contro il cambiamento climatico, la percentuale scende al 31% tra i Millennials e al 27% nella Generazione Z, che ritiene ci sia ancora tempo. Questo dato ribalta il luogo comune che vede i giovani più sensibili ai problemi ambientali rispetto agli adulti.
Competenze digitali e sostenibilità, un binomio ancora fragile
La ricerca ha mostrato che solo il 22% dei giovani si considera molto competente in ambito digitale, percentuale che crolla al 2% tra gli over 60. I Baby Boomers detengono il primato nel non utilizzo del digitale (35%), seguiti dalla Generazione X (9%) e dai Millennials (6%). Nonostante la consapevolezza della sostenibilità sia diffusa a parole, la capacità di agire concretamente rimane carente, soprattutto senza solide competenze tecnologiche.
Strategie future per una transizione sostenibile e inclusiva
Il divario generazionale si fa sentire non solo nell’adozione delle tecnologie, ma anche nella traduzione della consapevolezza ambientale in comportamenti concreti. Per colmare queste distanze, saranno fondamentali interventi mirati, come suggerisce anche il report "Digital Decade 2024" della Commissione Europea. L’Italia, infatti, resta tra i Paesi con il più ampio gap nelle competenze digitali di base.
28 Aprile 2025
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