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Israele attacca l’Iran, il mondo trattiene il respiro

Israele colpisce l’Iran, tra sabotaggi del Mossad e reazioni internazionali la guerra sembra ormai inevitabile.

Israele attacca l’Iran, il mondo trattiene il respiro

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Trump, Netanyahu, Khamenei e le grandi potenze, tra diplomazia sospesa e attacchi mirati il mondo osserva con timore

L’operazione militare israeliana contro l’Iran ha aperto un nuovo capitolo di instabilità globale. Tra attacchi mirati, accuse incrociate e timori nucleari, i leader mondiali invocano la diplomazia. Ecco tutto quello che sta accadendo, minuto per minuto.

Emergenza in Israele, raid aerei in Iran e clima da guerra totale

All’alba del 13 giugno, l’aeronautica militare israeliana ha lanciato un’offensiva preventiva in Iran, colpendo oltre 100 obiettivi tra cui siti nucleari e basi militari. La decisione è stata annunciata dal Ministro della Difesa Israel Katz, che ha proclamato uno stato di emergenza speciale in tutto il Paese, in previsione di una possibile reazione iraniana con missili e droni. Le autorità israeliane hanno ordinato ai cittadini di seguire le istruzioni del Comando della Retroguardia e restare nei rifugi.

Gli obiettivi colpiti, i danni e le prime vittime

Secondo fonti ufficiali e media locali, gli attacchi hanno danneggiato il sito nucleare di Natanz, già noto in passato per attività di arricchimento dell’uranio, e quello di Fordow, nei pressi di Qom. Gravi danni anche alla sede dei Pasdaran (Guardiani della Rivoluzione), e almeno 95 feriti segnalati. L’operazione ha incluso ben cinque ondate di attacchi mirati in diverse regioni: da Tabriz a Teheran, da Hamedan a Lorestan.

Tra le vittime, secondo le fonti iraniane, anche sei scienziati nucleari di alto profilo. In contemporanea all’intervento aereo, agenti del Mossad avrebbero compiuto operazioni di sabotaggio mirato sul territorio iraniano.

Reazioni internazionali, da condanne dure a inviti alla moderazione

La comunità internazionale ha reagito con forte preoccupazione. La Russia ha definito l’azione israeliana una “provocazione” di cui Tel Aviv dovrà assumersi la piena responsabilità, mentre la Cina ha espresso “forte preoccupazione” per l’escalation, proponendosi come mediatore. L’Unione Europea, tramite Ursula von der Leyen e Kaja Kallas, ha invocato una soluzione diplomatica urgente. Anche la Francia, la Germania e la Turchia hanno chiesto moderazione, mentre gli Stati Uniti si sono dichiarati non coinvolti ma attenti alla protezione dei propri interessi regionali.

La posizione di Trump, Netanyahu e la risposta di Teheran

Donald Trump, su Truth, ha dichiarato che l’Iran deve sedersi al tavolo negoziale prima che “non rimanga più nulla”. Ha poi aggiunto che l’azione di Israele era prevedibile e necessaria. Dall’altra parte, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha parlato di “colpo d’apertura riuscito” che ha colpito “il cuore del programma nucleare iraniano”.

La risposta iraniana non si è fatta attendere. Il ministro della Difesa Aziz Nasirzadeh ha parlato di “dichiarazione di guerra” e ha promesso “anni di combattimento continuo”. La Guida Suprema Ali Khamenei ha incaricato le forze armate di “infliggere severe punizioni” agli aggressori e ha nominato un nuovo capo di stato maggiore dopo la morte del generale Mohammad Bagheri.

Nucleare, allarmi e timori per l’umanità

L’Aiea, tramite Rafael Grossi, ha confermato che il sito di Natanz è stato colpito, ma al momento non si registrano fughe radioattive. Tuttavia, l’Idf afferma che l’Iran possiede materiale sufficiente per costruire fino a 15 ordigni nucleari, alimentando il timore di una corsa all’atomica fuori controllo. In Iran sono morti alcuni scienziati nucleari e il consigliere politico di Khamenei, Ali Shamkhani. Il prezzo del petrolio e del gas è schizzato alle stelle, con ripercussioni immediate sui mercati globali.

Diplomazia al minimo, guerra ai cancelli

La diplomazia è al limite. Antonio Guterres ha condannato l’escalation e ricordato il dovere di tutti gli Stati membri dell’Onu a rispettare la legalità internazionale. L’Iran ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza mentre a Tel Aviv migliaia di riservisti sono stati richiamati. L’aeroporto di Tabriz è stato raso al suolo e lo spazio aereo israeliano è stato chiuso. L’impressione generale è che la linea rossa sia stata superata. L’attacco non durerà un solo giorno, avvertono fonti israeliane, lasciando intendere che il peggio potrebbe ancora venire.

La guerra che nessuno voleva ma che tutti temevano

L’attacco di Israele all’Iran rappresenta il punto di non ritorno di una crisi annunciata. Le diplomazie sembrano impotenti davanti alla velocità dell’offensiva militare e alle dichiarazioni infuocate. In gioco non c’è solo la sicurezza di due nazioni, ma la stabilità dell’intero Medio Oriente e il futuro dell’umanità, sospeso tra tecnologia nucleare e antichi rancori. La finestra per un cessate il fuoco si fa sempre più stretta.


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13 Giugno 2025
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