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Israele e Hamas, nuove trattative tra ottimismo e diffidenze

Israele e Hamas scambiano le liste dei prigionieri mentre a Sharm el Sheikh si discute un piano di tregua mediato dagli Stati Uniti e dal Qatar

Israele e Hamas, nuove trattative tra ottimismo e diffidenze

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Diplomazia al lavoro tra Egitto e Qatar per la tregua a Gaza, mentre continuano raid e arresti nella Cisgiordania occupata

Le trattative per una tregua a Gaza sembrano entrare in una fase cruciale. Secondo un leader di Hamas, le due parti si sarebbero scambiate le liste dei prigionieri da rilasciare, un segnale che alimenta un cauto ottimismo. “L’ottimismo prevale tra tutte le parti”, riportano le fonti presenti ai colloqui in corso in Egitto, dove la diplomazia internazionale è tornata a muoversi con intensità.

Il ruolo degli Stati Uniti nel negoziato

A Sharm el Sheikh, sul Mar Rosso, si trovano Steve Witkoff e Jared Kushner, inviati americani e artefici del piano in 20 punti ideato da Donald Trump. Il documento prevede un ritiro graduale di Israele dalla Striscia di Gaza e la liberazione di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas entro 72 ore dall’inizio della tregua. La loro presenza ai colloqui, confermata da media egiziani e statunitensi, segnala il tentativo di Washington di riprendere un ruolo attivo nella crisi.

Le richieste di Hamas e le posizioni di Israele

Secondo il Wall Street Journal, Hamas avrebbe chiesto il rilascio dei corpi dei fratelli Yahya e Muhammad Sinwar, ex leader assassinati, oltre a quello di altri detenuti palestinesi e condannati per terrorismo. In cambio, il gruppo sarebbe disposto a liberare i 48 ostaggi ancora trattenuti a Gaza. La richiesta, già respinta in passato da Israele, è stata rilanciata durante questi nuovi colloqui. Come ricorda il Times of Israel, Tel Aviv considera inaccettabile lo scambio dei corpi dei terroristi uccisi.

Il ruolo del Qatar e la ricerca di garanzie

In questa fase delicata, il Qatar continua a giocare un ruolo di mediazione. Il portavoce del ministero degli Esteri, Majed al-Ansari, ha dichiarato all’agenzia saudita Al-Arabiya che servono “forti garanzie internazionali scritte” per assicurare che Israele rispetti gli accordi. Al-Ansari ha ribadito che Doha vuole una fine definitiva del conflitto, un maggiore afflusso di aiuti umanitari e un progressivo ritiro israeliano da Gaza. Ha anche sottolineato che il piano Trump esclude esplicitamente lo sfollamento dei civili e ogni ipotesi di annessione territoriale.

“Il diavolo nei dettagli”

Secondo le fonti diplomatiche, le parti avrebbero trovato un’intesa su 20 principi comuni, ma restano differenze sostanziali sull’attuazione. Come ha ammesso lo stesso al-Ansari, “il diavolo si nasconde nei dettagli”. Il primo ministro del Qatar, Mohammed Abdulrahman Al Thani, è atteso oggi in Egitto per partecipare di persona alle trattative indirette.

Tensione in Cisgiordania, raid e arresti a Hebron

Mentre la diplomazia discute, la tensione resta alta nei territori occupati. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, all’alba le forze israeliane avrebbero fatto irruzione nel campo profughi di Al-Arroub, nel governatorato di Hebron, arrestando e interrogando decine di cittadini. I militari avrebbero trasformato il Centro Sociale Giovanile in un luogo di interrogatori temporaneo, per poi rilasciare i fermati. Sarebbero stati esplosi colpi d’arma da fuoco contro i fedeli in uscita dalla preghiera del mattino, ma senza feriti.

Scuole chiuse e paura tra la popolazione

Il direttore generale dell’Istruzione di Hebron Nord, Bassam Jabr, ha disposto la chiusura temporanea delle scuole nel campo e nelle aree circostanti, rinviando le lezioni a giovedì. La decisione è motivata dal clima di tensione che, ancora una volta, riporta la popolazione civile al centro di un conflitto senza tregua.


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08 Ottobre 2025
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