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Il lavoro rende felici o è la felicità a migliorare il lavoro

Un grande studio internazionale conferma che è la soddisfazione nella vita a influenzare quella lavorativa e non il contrario.

Il lavoro rende felici o è la felicità a migliorare il lavoro

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La serenità personale è la base per costruire una carriera lavorativa davvero soddisfacente e duratura.

Pensiamo spesso che un buon lavoro ci porterà automaticamente a essere felici. Ma e se fosse il contrario? Secondo una recente e autorevole ricerca pubblicata sul Journal of Organizational Behavior, la felicità personale è il vero motore di una carriera appagante. Non si tratta solo di uno slogan motivazionale, ma di una scoperta supportata da numeri solidi e da una prospettiva nuova sul rapporto tra lavoro e benessere.

La serenità personale come punto di partenza

Essere sereni nella propria vita privata si riflette direttamente sul lavoro. Chi non si sente “centrato” rischia di portare stress, tensioni e insoddisfazione anche nell’ambiente professionale, minando rapporti con colleghi e prestazioni. Al contrario, chi costruisce una base di equilibrio personale affronta con maggiore forza anche le sfide più dure del mondo del lavoro, riuscendo a trarne il meglio anche nei periodi difficili.

Un’indagine globale con oltre 160.000 partecipanti

Lo studio ha coinvolto decine di migliaia di persone in paesi molto diversi tra loro, dagli Stati Uniti alla Germania, fino all’Australia. Nonostante le differenze culturali e sociali, i risultati sono rimasti coerenti: chi è felice nella propria vita privata ha il 32% di probabilità in più di trovare soddisfazione anche nel lavoro. Le due sfere – personale e professionale – si influenzano reciprocamente nel tempo, ma è la vita personale ad avere il maggiore impatto a lungo termine.

Una strategia vincente per le imprese, puntare sul benessere olistico

Il messaggio per le aziende è chiaro: non basta focalizzarsi su obiettivi e performance. Per costruire una forza lavoro coinvolta e produttiva serve un approccio più ampio, che tenga conto della salute mentale, dell’equilibrio tra vita e lavoro e della crescita personale. Quando i dipendenti si sentono sostenuti anche nelle loro esigenze personali, restituiscono energia positiva al lavoro. È un circolo virtuoso che conviene alimentare.

Il lavoro non può compensare una vita infelice

Anche il lavoro più stimolante rischia di non bastare se alla base mancano serenità e benessere personale. L’insoddisfazione esistenziale finisce per infiltrarsi nelle relazioni con i colleghi, nell’umore e nella motivazione. Investire nel proprio equilibrio personale è dunque una scelta strategica e lungimirante, che ripaga nel lungo periodo anche sul piano professionale.

Una lezione utile fin dall’inizio della carriera

Meglio ricordarlo presto: la felicità non arriva dopo aver trovato il “lavoro dei sogni”, ma è piuttosto una condizione di partenza che facilita il raggiungimento di traguardi lavorativi importanti. Coltivare un approccio olistico alla propria vita, dove il benessere emotivo e relazionale ha un posto centrale, è il modo migliore per affrontare una carriera in modo sano e duraturo.


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19 Aprile 2025
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