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Marcia Perugia Assisi, un fiume di pace che unisce popoli e generazioni

Un fiume umano ha marciato per la dignità e il dialogo, tra bandiere, scuole e famiglie unite nella speranza

Marcia Perugia Assisi, un fiume di pace che unisce popoli e generazioni

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La marcia Perugia Assisi torna a essere simbolo di pace, amore e perdono, con oltre 200 mila partecipanti

Da Perugia ad Assisi, oltre duecentomila persone hanno camminato insieme per riaffermare un valore che non conosce bandiere: la pace. Una marcia che ha ricordato a tutti che la speranza non si compra e che la giustizia, la legalità e la fraternità restano i veri strumenti per costruire il futuro.

Un fiume di persone per un sogno comune

Un corteo colorato e pacifico ha attraversato l’Umbria sotto lo slogan “Imagine all the people”. Più di 200 mila partecipanti – come non si vedeva dal 2001 – hanno sfilato portando con sé le bandiere arcobaleno della pace, i vessilli della Palestina, dell’Italia e di molte associazioni, dalle Acli a Greenpeace, fino ai sindacati con la Cgil rappresentata dal segretario generale Maurizio Landini.

In testa, gli stendardi dei comuni e le fasce tricolori dei sindaci hanno testimoniato la presenza delle istituzioni locali, unite in un messaggio corale di solidarietà.

Una marcia per la giustizia e la dignità umana

Non chiamatela marcia per la pace perché questa è una marcia per la giustizia, per la legalità e per il diritto” ha affermato Flavio Lotti dal palco della Rocca di Assisi. Parole che hanno sintetizzato lo spirito di una giornata dedicata alla fraternità e al rispetto dei diritti fondamentali.

Il simbolo più potente è stato l’abbraccio tra le bandiere di Israele e Palestina, di Russia e Ucraina, annodate e sventolate insieme sulla piazza Inferiore di San Francesco, quasi a rappresentare la possibilità di un mondo diverso, capace di dialogare invece di combattere.

Il messaggio del Papa e la voce delle istituzioni

Dalla Santa Sede è giunto il messaggio e la benedizione del Papa, che ha auspicato che la manifestazione “sostenga l’impegno degli Organismi internazionali in favore di soluzioni rispettose dei diritti di ciascuno” e favorisca la transizione “dall’odio all’amore, dall’offesa al perdono”.

Alla marcia hanno preso parte numerosi esponenti politici, tra cui la presidente della Regione Stefania Proietti, la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi, il primo cittadino di Assisi Walter Stoppini e quello di Betlemme Maher Nicola Canawati. Presenti anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e i leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

Una marcia di popolo, tra bambini e nonni

La vera protagonista, però, è stata la gente comune: scuole, famiglie, lavoratori e volontari di ogni età hanno percorso insieme i chilometri che separano Perugia da Assisi. Sui volti, la stessa convinzione: che la pace non sia un’utopia, ma un cammino quotidiano fatto di rispetto e ascolto.

Sullo striscione d’apertura una sola parola: “Fraternità”. Un concetto semplice ma potente, capace di unire diversità culturali, politiche e religiose.

Dall’Afghanistan a oggi, vent’anni di memoria

Il 14 ottobre 2001 marciammo subito dopo l’invasione americana dell’Afghanistan e l’attacco alle Torri gemelle. Eravamo 200 mila. Oggi siamo stati di più”, ha ricordato Lotti, sottolineando come il desiderio di pace attraversi generazioni e momenti storici diversi.

Allora come oggi, la marcia non ha voluto essere una protesta, ma un segno di speranza. Un invito a costruire ponti invece di muri, a riscoprire il valore dell’umanità condivisa.

I messaggi dei giovani e il valore dell’impegno

Tra i cartelli del corteo si leggevano frasi semplici ma toccanti: “Siamo umanità”, “Fa silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono” o “Non c’è via per la pace, la pace è la via”, scritta dagli studenti del liceo Marconi di Foligno.

Accanto ai disegni e ai simboli di speranza, è comparso anche un cartello della Global Sumud Flotilla con un messaggio inequivocabile: “Non esiste una guerra giusta” e “Se vuoi la pace, prepara la pace”.


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13 Ottobre 2025
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