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Arnaldo Pomodoro, l’eredità viva di un maestro della scultura contemporanea

Arnaldo Pomodoro, una vita dedicata alla scultura e alla cultura, si spegne a Milano lasciando un’eredità ancora viva.

Arnaldo Pomodoro, l’eredità viva di un maestro della scultura contemporanea

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Dalle sfere di bronzo al labirinto di idee, l’arte di Pomodoro continua a parlare al mondo con la forza della visione

Si è spento a Milano, alla vigilia dei suoi 99 anni, Arnaldo Pomodoro, uno degli scultori italiani più rappresentativi del Novecento e del nuovo millennio. Era nato il 23 giugno 1926 a Morciano di Romagna, e la sua lunga vita è stata segnata da una creatività incessante, capace di lasciare un’impronta riconoscibile nel panorama internazionale dell’arte.

Forme che hanno attraversato il tempo

La sua celebre “Sfera” in bronzo, divenuta simbolo di un’intera visione artistica, è solo una tra le tante opere che hanno plasmato la sua identità creativa. Arnaldo Pomodoro non si è mai fermato alla sola estetica: nelle sue creazioni c’era la volontà di interrogare lo spazio, di mettere in discussione l’equilibrio tra ordine e disgregazione. I suoi segni, incisi nel metallo, raccontavano mondi, tensioni, pensieri.

Una fondazione per il futuro

È la Fondazione Arnaldo Pomodoro, guidata da Carlotta Montebello, a dare l’annuncio della sua scomparsa. Con parole intense e cariche di significato, la direttrice ha sottolineato quanto il Maestro abbia rappresentato un faro nel mondo dell’arte, sia per la potenza della sua opera sia per la sua visione. Non un santuario personale, ma un luogo aperto al pensiero e alla sperimentazione culturale, con un forte orientamento verso le nuove generazioni.

Una voce mai isolata, sempre in dialogo

“Non ho mai creduto alle fondazioni che celebrano un solo artista come unicum”, scriveva Arnaldo Pomodoro. La sua era una visione inclusiva, in dialogo costante con la cultura e con i giovani. La sua Fondazione, nelle sue intenzioni, doveva essere laboratorio, ponte, radice e slancio. Un luogo dove si custodisce, ma soprattutto si genera. Dove il passato si trasforma in terreno fertile per nuove idee.

Una carriera forgiata nel metallo e nell’intelletto

Dopo studi tecnici come geometra e una prima esperienza come orafo, Pomodoro si trasferisce a Milano nel 1954, città che segnerà il suo percorso artistico. In quegli anni nasce la sua firma stilistica: superfici metalliche incise, segnate, scavate. Lì incontra artisti come Lucio Fontana e fonda il gruppo Continuità, segnando l’inizio di una stagione di fervore intellettuale e sperimentazione.

Dall’italia al mondo, opere che parlano a tutti

Le opere di Arnaldo Pomodoro hanno viaggiato per il mondo. Dalle piazze italiane ai musei internazionali, dai contesti urbani agli spazi espositivi. Nel 2023, l’ultima grande mostra in collaborazione con Fendi al Palazzo della Civiltà Italiana ha celebrato ancora una volta la grandezza della sua ricerca, culminata nell’opera ambientale Ingresso nel labirinto, installata presso la sede milanese della maison.

Un arrivederci che è promessa di continuità

“Mancherai a tutti noi, Arnaldo, e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti”, ha scritto Carlotta Montebello a nome della Fondazione. E in queste parole si intravede un impegno che non si spegne con la vita terrena dell’artista, ma che si rigenera nell’idea stessa di un’arte che non si conserva, ma evolve, abita il presente e semina il futuro.


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23 Giugno 2025
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