Un piano articolato in venti punti, promosso dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante l’incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, mira a ridisegnare il futuro della Striscia di Gaza. L’obiettivo dichiarato è fermare le ostilità e aprire un percorso che porti all’autodeterminazione del popolo palestinese, assicurando che “Israele non annetterà Gaza”.
Cessate il fuoco e liberazione degli ostaggi
Il documento prevede un cessate il fuoco immediato, accompagnato dal ritiro delle truppe israeliane verso linee concordate. In parallelo, Hamas e Israele saranno tenuti a rilasciare ostaggi e prigionieri. Entro 72 ore dall’accordo, dovranno essere restituiti tutti gli ostaggi, vivi o deceduti, mentre Israele libererà circa 2.000 detenuti palestinesi, compresi 250 condannati all’ergastolo.
Amnistia e corridoi umanitari
Il piano offre amnistia agli esponenti di Hamas disposti a rinunciare alla lotta armata e a riconoscere la convivenza pacifica. Chi non intenderà restare avrà garantito un passaggio sicuro verso l’esterno. Allo stesso tempo, viene assicurato che “nessun palestinese sarà costretto a lasciare Gaza”. È previsto anche un programma di aiuti gestito da Onu e Croce Rossa, con la ricostruzione delle infrastrutture primarie, ospedali e reti stradali.
Un comitato tecnico per il futuro di Gaza
Tra le novità figura la creazione di un comitato tecnico palestinese apolitico, supervisionato da un organo internazionale denominato Board of Peace. A guidarlo sarà Trump stesso, affiancato da personalità di rilievo come Tony Blair. Questo organismo dovrà attrarre investimenti, gestire progetti di ricostruzione e favorire l’occupazione attraverso zone economiche speciali.
Smilitarizzazione e sicurezza internazionale
Secondo il piano, Gaza diventerà un’area smilitarizzata. Tutti i gruppi armati saranno esclusi dalla scena politica e verranno introdotti programmi di riconversione e disarmo. Una Forza internazionale di stabilizzazione, affiancata da unità palestinesi addestrate e partner regionali, assicurerà la sicurezza interna e il controllo delle frontiere. Le Idf israeliane, invece, si ritireranno gradualmente, mantenendo soltanto una presenza di sicurezza perimetrale fino al raggiungimento della stabilità.
Verso l’autodeterminazione palestinese
Il documento sottolinea che, con il progredire della ricostruzione e con la riforma dell’Autorità Palestinese, sarà possibile avviare un percorso credibile verso lo Stato palestinese. Gli Stati Uniti si propongono come mediatori di un dialogo politico volto a consolidare una convivenza pacifica e prospera tra israeliani e palestinesi, promuovendo anche iniziative interreligiose a sostegno della tolleranza reciproca.
30 Settembre 2025
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