Dal 10 Maggio al 28 Settembre, la Basilica di Santa Maria alla Pietrasanta di Napoli ospita Picasso, Il linguaggio delle idee, una mostra che si preannuncia come uno degli eventi culturali più importanti dell’anno. Con oltre cento opere provenienti da collezioni private e suddivise in otto sezioni, l’esposizione offre un ritratto inedito e avvincente dell’uomo e dell’artista Pablo Picasso, tra simbolismi, esperimenti e rivoluzioni stilistiche.
Otto sezioni per raccontare un genio multiforme
Curata da Joan Abelló e Stefano Oliviero, la mostra — prodotta da Navigare Srl e patrocinata da Regione Campania, Città di Napoli, Consolato di Spagna, Instituto Cervantes e CIU Unionquadri — attraversa cinquant’anni di creatività e vita di Pablo Picasso. Le sezioni tematiche comprendono: Picasso, Arlecchino e i saltimbanchi, Le Tricorne, Le incisioni, Le ceramiche, Paloma, Manifesti, L’Amico vagabondo divertente e Le fotografie. Una narrazione articolata, capace di offrire uno sguardo ampio e intimo su uno degli artisti più influenti del XX secolo.
Picasso e Napoli, un legame artistico che risale al 1917
L’esposizione non è solo un omaggio a Picasso, ma anche un ritorno simbolico nella città che lo incantò nel 1917, quando soggiornò a Napoli per collaborare con i Balletti Russi. In quell’occasione disegnò costumi e scenografie per Parade e, successivamente, per Le Tricorne (1920), dove la musica di Manuel de Falla incontrava il folclore andaluso. Proprio il legame con il teatro e le maschere italiane, come Pulcinella e Arlecchino, è uno dei fili conduttori dell’intero percorso espositivo.
Arlecchino e i saltimbanchi, poesia e malinconia
Una delle sezioni più emozionanti è quella dedicata ai saltimbanchi e alla figura di Arlecchino, emblemi della malinconia e della dolcezza che attraversano il cosiddetto “Periodo blu” di Picasso. Tra le opere esposte spiccano due rarità: Les Saltimbanques (The Acrobats) au chien del 1905 e Arlequin et sa compagne (Les Deux Saltimbanques) del 1901, due lavori che testimoniano la sensibilità dell’artista verso il mondo nomade del circo.
La ceramica, un’arte nobile elevata a linguaggio universale
Non poteva mancare una sezione dedicata alla ceramica, passione coltivata da Picasso negli anni ’50 a Vallauris, in Francia. Con dieci esemplari originali realizzati tra arte e artigianato, l’artista dimostrò come anche un oggetto quotidiano potesse diventare espressione pura della propria visione. In mostra anche le opere frutto della collaborazione con Edition Madoura, punto di riferimento della ceramica artistica.
Le fotografie, uno sguardo intimo su un genio al lavoro
Una selezione di 15 scatti, firmati da Edward Quinn e André Villers, racconta l’amicizia tra Picasso e due dei fotografi che meglio seppero ritrarne il lato privato e quotidiano. Le immagini colgono momenti di creazione, svago e riflessione, componendo un mosaico autentico e umano dell’artista.
Un’opera inedita che sorprende e arricchisce il percorso
Tra le opere in esposizione spicca un dipinto ad olio mai mostrato prima al pubblico: Paesaggio lussureggiante (1930), attribuito ad Àngel Fernández de Soto, amico e compagno di visione di Picasso. Una tela che si aggiunge al celebre ritratto Il bevitore d’assenzio (1903), consolidando la narrazione su relazioni e influenze che hanno segnato profondamente l’universo pittorico dell’artista.
Un’occasione per riscoprire il linguaggio universale di Picasso
La mostra Picasso, Il linguaggio delle idee non si limita a ripercorrere la carriera di un artista, ma invita il visitatore a esplorare il mondo interiore di un uomo che ha saputo usare l’arte per interpretare e trasformare la realtà. Dai temi politici alle passioni personali, ogni opera esposta parla un linguaggio che ancora oggi tocca le corde più profonde della sensibilità umana.
06 Maggio 2025
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