La guerra in Ucraina continua a ridisegnare gli equilibri internazionali. Da Mosca arriva la dichiarazione del presidente Vladimir Putin, che in un intervento televisivo ha confermato la presenza di oltre 700mila soldati russi lungo la cosiddetta “linea di contatto”. Una cifra che mostra l’intensità delle operazioni offensive condotte da mesi dal Cremlino.
Putin e la linea di contatto in Ucraina
Il leader del Cremlino ha spiegato che la Russia sta mantenendo uno schieramento imponente per consolidare le proprie posizioni nei territori contesi. L’affermazione, riportata dai media russi, intende sottolineare la determinazione di Mosca a non arretrare. Un messaggio diretto non solo a Kiev, ma anche agli osservatori internazionali che cercano spiragli per un negoziato.
Trump contro Putin e la Casa Bianca
Sul fronte americano, l’ex presidente Donald Trump ha dichiarato di sentirsi “molto deluso” da Putin. “Mi ha davvero deluso”, ha detto ricordando un incontro bilaterale in Alaska. Secondo Trump, con lui alla Casa Bianca la Russia non avrebbe mai invaso l’Ucraina, attribuendo la responsabilità della situazione alla presidenza di Joe Biden.
Il nodo Afghanistan
Nelle parole dell’ex presidente emerge un riferimento preciso: il ritiro caotico dall’Afghanistan, definito da Trump un “disastro”, avrebbe mostrato al Cremlino la debolezza degli Stati Uniti. “Noi volevamo lasciare l’Afghanistan ma farlo con dignità”, ha aggiunto, sottolineando che la mancanza di leadership ha aperto la strada all’invasione del 2022.
L’arma del petrolio secondo Trump
Guardando oltre le critiche, Trump ha individuato nel prezzo del petrolio la chiave per fermare il conflitto. “Se i prezzi crolleranno, Putin non avrà altra scelta che mettere fine alla guerra”, ha dichiarato. Un’analisi che lega la geopolitica alla dipendenza economica della Russia dalle esportazioni energetiche, fattore cruciale per sostenere l’impegno militare.
Una guerra che resta senza soluzioni immediate
Le affermazioni di Putin e Trump confermano quanto il conflitto resti centrale negli equilibri globali. Da un lato Mosca mostra i muscoli con la cifra record dei suoi militari, dall’altro Washington, anche attraverso il dibattito politico interno, continua a interrogarsi sulle strategie mancate e sulle possibili vie d’uscita.
19 Settembre 2025
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