Il lungo colloquio telefonico tra Donald Trump e Vladimir Putin, durato oltre due ore, ha riaperto un fragile spiraglio diplomatico sul conflitto in Ucraina. Al centro della conversazione, l’ipotesi di una tregua, annunciata come “immediata” dal presidente americano ma smentita nei fatti dalla prudenza russa. Nessuna scadenza, nessuna garanzia, solo la vaga promessa di un memorandum da scrivere con calma. E così, mentre Mosca prende tempo, l’Unione Europea chiede un cambio di passo agli Stati Uniti, insoddisfatta dell’assenza di vere pressioni sul Kremlino.
L’Europa alza il tono, ma Putin resta sfuggente
Il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, è stato chiaro: “Putin non sembra interessato a una pace vera, sta solo guadagnando tempo”. A Bruxelles, nel Consiglio Difesa-Esteri, il messaggio è unanime: serve un sostegno deciso all’Ucraina e un inasprimento delle sanzioni. L’alto rappresentante Kaja Kallas ha rincarato la dose: “Vogliamo vedere conseguenze concrete dalle parole americane”. La delusione è palpabile: nelle trattative tra Trump e Putin, Mosca non ha subìto pressioni tangibili.
Contatti in corso, ma nulla di definito
Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, i contatti tra Russia e Ucraina sono stati ristabiliti, ma non esistono tempi certi per la definizione di un memorandum. Il Vaticano si è offerto come sede per i negoziati, ma la proposta non ha ancora trovato concretezza. “Tutti conoscono l’iniziativa del Papa, ma non sono state prese decisioni”, ha precisato Peskov, sottolineando che i contatti attuali sono ancora preliminari e in fase di elaborazione.
Zelensky accusa, la Russia vuole solo guadagnare tempo
Duro il commento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha parlato apertamente di una strategia dilatoria russa: “È ovvio che vogliono continuare la guerra. Stiamo lavorando con i nostri alleati per aumentare la pressione”. In un messaggio su Telegram, Zelensky ha ribadito la disponibilità dell’Ucraina a qualsiasi forma di negoziato produttivo, ma ha anche avvertito che proposte irrealistiche da parte di Mosca porteranno a conseguenze severe. In agenda, nuovi incontri con partner europei per rafforzare una linea comune.
La Cina tifa per il dialogo, ma resta defilata
Dalla Cina arriva un generico sostegno ai colloqui tra le parti. La portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, ha dichiarato che Pechino “sostiene tutti gli sforzi per la pace” e invita Russia e Ucraina a proseguire il dialogo per una soluzione politica. Una posizione che ribadisce la strategia di equidistanza cinese, attenta a non schierarsi apertamente ma desiderosa di mantenere un ruolo nella mediazione internazionale.
L’integrazione nell’Ue come garanzia di stabilità futura
Dal Consiglio Difesa-Esteri di Bruxelles, la commissaria all’Allargamento Marta Kos ha rilanciato il tema dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea come strumento di sicurezza a lungo termine. Secondo Kos, Kiev ha fatto “i compiti a casa” ed è pronta ad aprire i primi cluster negoziali. L’integrazione europea diventa così un elemento strategico non solo economico, ma anche geopolitico.
Trump tra promesse e ambiguità
Durante una cerimonia ufficiale alla Casa Bianca, Donald Trump ha dichiarato che “si sta facendo il possibile per fermare la guerra”, promettendo novità “tra due settimane”. Ma al di là delle dichiarazioni, i fatti restano nebulosi. Trump ha definito l’ipotesi di negoziati in Vaticano “fantastica”, auspicando un ruolo pacificatore del Papa, senza però chiarire i termini reali di un impegno americano. Il rischio è che il tempo giochi ancora una volta a favore dell’immobilismo.
20 Maggio 2025
© team icoe, editoriale blozine
blozine editoriale no-profit della
Centro studi su innovazione, comunicazione ed etica.
Copywriters
Francesca S., Matteo R., Laura A., Antonella B., Giorgio F., Anna C., Miriam M., Stefano G., Adele P. e Francesca N.
Chi siamo
iscriviti sulla nostra pagina Facebook e non perderai nessuna notizia!
© blozine, l'editoriale dalla B alla Z. Tutti i diritti sono riservati.