Il senatore Rodrigo Paz ha scritto una nuova pagina nella storia politica della Bolivia, diventando il terzo presidente della sua famiglia allargata. Cinquantotto anni, due presidenti nell’albero genealogico e una promessa chiara: governare per il bene di tutti. Con un linguaggio misurato e un’immagine da uomo moderato, Paz è riuscito a conquistare la fiducia di un Paese stanco delle divisioni e desideroso di stabilità.
Un presidente tra tradizione e modernità
Durante la campagna elettorale, il leader del Partito Democratico Cristiano ha saputo mescolare tradizione e pragmatismo, adattando il suo messaggio a pubblici molto diversi. Per i conservatori ha evocato i valori di “Dio, patria e famiglia”, mentre per i progressisti non ha esitato a richiamare l’eco rivoluzionaria di “Fino alla vittoria, sempre”, lo storico motto del Che Guevara. Un equilibrio complesso, ma efficace, che ha consentito a Paz di emergere come figura capace di parlare a tutte le anime del Paese.
Un volto nuovo con radici profonde
Dietro l’immagine curata – ben rasato, capelli folti pettinati all’indietro e camicie impeccabili – si nasconde una lunga tradizione familiare. Paz è figlio dell’ex presidente Jaime Paz Zamora (in carica dal 1989 al 1993) e prozio del leggendario Victor Paz Estenssoro, leader storico e quattro volte presidente. La sua biografia personale attraversa la storia recente della Bolivia: nato in Spagna durante l’esilio familiare, è poi tornato nel suo Paese per intraprendere la carriera politica, partendo da Tarija, il dipartimento del gas e del petrolio.
Dalla gioventù all’ascesa politica
Cresciuto tra l’Europa e l’America Latina, Paz ha portato nella politica boliviana un approccio più aperto e dialogante. È stato sindaco, deputato e infine senatore della sua regione, costruendo negli anni un consenso trasversale che gli ha permesso di presentarsi come alternativa credibile ai partiti tradizionali. La sua vittoria al ballottaggio, con circa il 55% dei voti, ha segnato la fine di vent’anni di governi socialisti, aprendo un nuovo capitolo nella storia del Paese andino.
Il messaggio e la visione di governo
“Non devo definire me stesso, ma offrire al Paese un’alternativa”, ha dichiarato Paz in un’intervista alla CNN. Una frase che sintetizza il suo stile politico: inclusivo, pragmatico e poco incline alle etichette. Il suo progetto si fonda su un’idea chiara di sviluppo: “un capitalismo per tutti, non solo per pochi”. Un modello che punta a combinare investimenti esteri, crescita economica e giustizia sociale, con riforme mirate e una gestione più rigorosa della spesa pubblica.
Una Bolivia tra sfide e opportunità
La sfida per il nuovo presidente sarà ora quella di trasformare le promesse in risultati. Il Paese, che conta oltre 11 milioni di abitanti, deve affrontare un’economia rallentata, profonde disuguaglianze e la necessità di attrarre nuovi capitali senza sacrificare la sovranità nazionale. Paz dovrà dimostrare che la sua visione di “capitalismo inclusivo” può davvero rappresentare un punto di incontro tra le varie anime della Bolivia, tra il passato rivoluzionario e il futuro globale.
Una nuova stagione politica
L’elezione di Rodrigo Paz non è solo un cambio di leadership, ma il segnale di un desiderio più profondo di rinnovamento. Dopo anni di polarizzazione, il popolo boliviano sembra pronto a scommettere su una politica più equilibrata, meno ideologica e più concreta. Se riuscirà a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, Paz potrebbe inaugurare una stagione di dialogo e stabilità, restituendo alla Bolivia il ruolo di ponte tra le diverse anime dell’America Latina.
20 Ottobre 2025
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