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Salgado, l’occhio del mondo che ha saputo vedere l’anima

L’arte di Salgado, tra scatti iconici e impegno per la giustizia sociale e ambientale.

Salgado, l’occhio del mondo che ha saputo vedere l’anima

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Dalle miniere del Brasile ai ghiacciai, la fotografia come testimonianza del mondo e della sua fragilità

Con la scomparsa di Sebastião Ribeiro Salgado Júnior, il mondo perde non solo un fotografo straordinario, ma anche un testimone attento delle contraddizioni del nostro tempo. Nato ad Aimorés, in Brasile, l’8 febbraio 1944, Salgado ha lasciato questa terra a Parigi, dove viveva da molti anni, all’età di 81 anni. A darne notizia è stato l’Instituto Terra, l’organizzazione ambientale da lui stesso fondata nel 1998 per ripristinare e riforestare l’ecosistema della Mata Atlantica brasiliana, oggi simbolo vivente del suo impegno per il pianeta. Con uno stile unico, profondo e umano, Salgado ha saputo raccontare l’umanità nelle sue forme più nude e autentiche, senza giudizio, ma con la forza impietosa della verità.

Uno sguardo in bianco e nero che parlava mille lingue

Nel vasto universo della fotografia documentaria, l’approccio visivo di Salgado ha rappresentato un vero e proprio linguaggio a sé. I suoi scatti in bianco e nero, dalla resa chiaroscurale drammatica e precisa, restituivano non solo la realtà esterna, ma anche quella interiore dei soggetti. Si trattava spesso di persone comuni, lavoratori, migranti, tribù dimenticate, popoli diseredati. Ma negli occhi che fissavano l’obiettivo, si poteva leggere la storia del mondo. Progetti come Genesis o Workers non sono soltanto archivi visivi: sono atti di coscienza.

Serra Pelada e l’oro amaro dell’umanità

Una delle sue serie più iconiche, Serra Pelada, è ambientata nella miniera d’oro brasiliana dove 52.000 uomini scavavano a mani nude, trasportando sacchi enormi su scale traballanti. Quella visione – raccontava Salgado – lo lasciò senza fiato. E l’immagine che ne restituì, con la composizione quasi rinascimentale, rimane scolpita nella memoria collettiva. L’estetica non era mai fine a sé stessa, ma serviva a sottolineare la grandezza e la miseria dell’impresa umana. Come nella fotografia del pompiere avvolto dal petrolio in Kuwait, durante gli incendi dei pozzi ordinati da Saddam Hussein nel 1991: un’apocalisse nera, documentata come fosse teatro epico.

La natura come soggetto sacro, non scenografia

Negli ultimi decenni, l’attenzione di Salgado si è spostata dalla figura umana al paesaggio naturale, senza mai abbandonare la tensione narrativa. Le immagini dei pinguini delle Isole South Sandwich, dei gabbiani in volo o della balena che emerge dalle acque non celebrano un’estetica patinata, ma la sacralità di un mondo da salvare. Il libro dedicato all’Amazzonia è un esempio perfetto: volti dipinti e sguardi ancestrali che raccontano la continuità fra mito e sopravvivenza.

Dal reportage alla rinascita ambientale, il segno del cambiamento

Oltre a documentare conflitti e marginalità, Salgado ha saputo trasformare il suo ruolo di fotografo in quello di attivista. L’Instituto Terra, nato con sua moglie Lélia Wanick Salgado, ha riforestato migliaia di ettari nel sud-est del Brasile, ridando vita a una regione compromessa. Parallelamente, ha portato la sua fotografia nei musei più importanti del mondo. L’ultima mostra, Ghiacciai, è ospitata al Mart di Rovereto e al Muse di Trento, e si inserisce nell’anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai proclamato dalle Nazioni Unite nel 2025. Curata da Lélia, è l’ultimo tassello di una narrazione globale dedicata al nostro pianeta.

Oltre la fotografia, una visione poetica e politica

Il pensiero critico attorno all’opera di Salgado lo ha sempre affiancato a una figura etica. Come scrisse Peter Sager, le sue immagini contengono una forza quasi biblica. Non sono cronaca, ma epica contemporanea. Operai, contadini, rifugiati, tutti diventano simboli archetipici, portatori di storie universali. Le sue fotografie, pur dure, non indulgono mai nel sensazionalismo. Al contrario, fanno emergere il dolore con una dignità tale da commuovere anche lo spettatore più distratto. Salgado ha fotografato come si prega: con rispetto, con passione, con fede nel cambiamento.


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24 Maggio 2025
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