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Sprecare cibo, una tassa invisibile che pesa sul pianeta e sulle famiglie

Ogni italiano butta via 100 kg di cibo all’anno, ma app e buone abitudini possono ridurre costi, emissioni e sprechi

Sprecare cibo, una tassa invisibile che pesa sul pianeta e sulle famiglie

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Lo spreco alimentare non è solo un problema etico, ma un costo reale, ambientale e sociale che possiamo eliminare insieme

Sprecare cibo significa sprecare risorse, tempo e denaro. In Italia, ogni persona butta via in media 100 kg di alimenti l’anno, per un valore economico che raggiunge i 378 euro a testa. Una cifra che rappresenta una vera e propria tassa invisibile, un costo che grava sul bilancio familiare e che non porta alcun beneficio, né economico né sociale. Secondo i dati Eurostat, lo spreco domestico rappresenta il 72% dell’intera filiera alimentare: una cifra impressionante, che mostra come il problema parta proprio dalle nostre case.

Un problema economico, etico e ambientale

Dietro ogni prodotto gettato via si nasconde un doppio spreco: quello delle risorse naturali impiegate per produrlo e quello delle emissioni di CO₂ generate inutilmente. Ogni alimento non consumato rappresenta acqua sprecata, energia dispersa e lavoro vanificato. Come ricorda Mirco Cerisola, Country Director Italia della app Too Good To Go, “lo spreco alimentare non è solo un problema etico e ambientale, ma anche un problema economico enorme. È come se tutti noi pagassimo ogni anno una tassa occulta di quasi 400 euro a testa: soldi che buttiamo via senza ottenere nulla in cambio”.

Due mesi di spesa nella pattumiera

Le stime parlano chiaro: in un anno, ciò che finisce nella spazzatura equivale a 58 giorni di spesa alimentare. Quasi due mesi di cibo perfettamente commestibile che non arriva mai in tavola. E tutto questo avviene in un contesto in cui il caro vita mette sempre più in difficoltà le famiglie. Ridurre lo spreco significa dunque non solo salvaguardare l’ambiente, ma anche liberare risorse economiche preziose per ogni nucleo familiare.

L’impegno delle nuove piattaforme digitali

La tecnologia può essere un alleato concreto nella lotta allo spreco. L’app Too Good To Go, nata sei anni fa, permette di mettere in contatto i consumatori con ristoranti, bar e supermercati che desiderano liberarsi delle eccedenze alimentari della giornata a un prezzo ridotto. Un sistema semplice e vantaggioso per tutti: chi compra risparmia, chi vende riduce gli sprechi e l’ambiente ne beneficia.

Un modello win-win-win

Oggi la community di Too Good To Go conta oltre 26.000 negozi partner e 11 milioni di utenti solo in Italia. Secondo le stime dell’azienda, salvando una “Surprise Bag” a settimana e una “Box Dispensa” al mese, una famiglia può arrivare a risparmiare fino a 880 euro all’anno. Un modello virtuoso che genera benefici per i consumatori, per le imprese e per il pianeta: un vero circolo positivo di sostenibilità.

Educare al consumo consapevole

Contrastare lo spreco passa anche dalla conoscenza. L’iniziativa “Etichetta Consapevole – Osserva, Annusa, Assaggia” aiuta i cittadini a interpretare correttamente le date di scadenza riportate sulle confezioni e a fidarsi dei propri sensi prima di gettare un alimento ancora buono. Una semplice abitudine che può fare una grande differenza nella lotta quotidiana contro lo spreco.

Un impegno collettivo per un futuro sostenibile

Ridurre lo spreco alimentare non è solo un gesto etico: è un investimento sul futuro. Ognuno può contribuire, modificando piccole abitudini, acquistando in modo più attento e utilizzando strumenti digitali che favoriscano il recupero degli alimenti in eccesso. Come ricorda Cerisola, “i dati parlano chiaro: serve un impegno collettivo e concreto”.


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07 Ottobre 2025
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