Il 4 giugno 1989 resta una ferita aperta nella coscienza collettiva. Mentre a Pechino migliaia di giovani scesero in piazza per chiedere riforme democratiche e libertà, il potere rispose con i carri armati. Una delle immagini più iconiche del Novecento – un uomo solo davanti a una colonna di blindati – è ancora oggi simbolo di resistenza civile. Ma in Cina, quella foto è stata rimossa dalla memoria ufficiale. Censurata, come ogni tentativo di commemorazione.
Le parole di Marco Rubio, contro l’oblio programmato
Nel 36º anniversario del massacro, il segretario di Stato Marco Rubio ha lanciato un appello alla memoria: “Il Partito comunista cinese cerca in modo attivo di censurare i fatti, ma il mondo non dimenticherà mai”. Con queste parole, Rubio sottolinea quanto sia fondamentale continuare a ricordare, nonostante i tentativi sistematici di occultamento.
La libertà come diritto umano, non come ideologia
La dichiarazione di Rubio va oltre la semplice commemorazione. Richiama i valori universali: “Il coraggio di fronte al pericolo ci ricorda che i principi di libertà, democrazia e autogoverno non sono solo principi americani. Sono principi umani”. Un messaggio chiaro a chi confonde i diritti con le ideologie, o li considera esclusiva occidentale.
Un tributo alle vittime e ai sopravvissuti
Le vittime di quella notte di giugno non hanno mai avuto giustizia. I sopravvissuti vivono nell’ombra, molti in esilio, altri in silenzio forzato. Le famiglie che hanno cercato verità sono state perseguitate. Il tributo di Rubio è rivolto anche a loro, a chi ancora oggi rischia la propria libertà per chiedere giustizia.
La memoria è un atto di resistenza
Ogni anno, il 4 giugno, la memoria collettiva internazionale cerca di riaccendere un faro su ciò che la Cina vorrebbe dimenticare. In Hong Kong, dove fino a poco tempo fa si tenevano veglie commemorative, la repressione ha spento anche le candele della memoria. Eppure, proprio ricordare è un atto politico, un gesto di resistenza contro l’oblio imposto.
Perché Tienanmen riguarda tutti noi
Tienanmen non è solo un evento cinese. È un monito globale. Ricorda quanto sia fragile la libertà quando è minacciata dal potere cieco. E quanto sia fondamentale, anche a distanza di decenni, continuare a raccontare. Perché il silenzio è complice della cancellazione, e la memoria è l’unico strumento che può opporsi alla rimozione forzata della verità.
04 Giugno 2025
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