L’iniziativa della Global Sumud Flotilla continua a suscitare dibattito tra governi, attivisti e osservatori internazionali. Al centro resta una questione delicata: come far arrivare gli aiuti alla popolazione di Gaza senza innescare incidenti diplomatici o militari.
Le parole del ministro Crosetto
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha rivolto un messaggio diretto ai partecipanti alla missione, invitandoli a considerare le alternative già prospettate da più parti, tra cui il Patriarcato della Chiesa cattolica. “Il vostro obiettivo può essere raggiunto senza rischiare conseguenze gravi”, ha sottolineato, ricordando che il piano Usa per la Palestina potrebbe aprire spazi di dialogo e di sostegno umanitario.
Il ruolo della Marina italiana
La fregata Nave Alpino della Marina Militare segue da vicino la rotta della Flotilla. Lo Stato Maggiore ha annunciato che, al raggiungimento delle 150 miglia nautiche dalle coste di Gaza, l’imbarcazione militare non procederà oltre, pur rimanendo disponibile ad accogliere chi volesse trasferirsi a bordo. Un segnale chiaro: garantire assistenza senza oltrepassare i limiti imposti dalla sicurezza e dalle normative internazionali.
La posizione degli attivisti
Dal lato della Flotilla, le voci sono ferme. L’attivista italiano Tony La Piccirella ha ribadito la volontà di proseguire la navigazione, denunciando la proposta di pace come “una resa totale, una svendita del territorio palestinese”. Altri partecipanti parlano di sabotaggi e attacchi con droni, che avrebbero causato danni ad alcune imbarcazioni.
L’intervento della Turchia
Il ministero della Difesa turco ha dichiarato che Ankara sta monitorando attentamente la situazione, pronta a fornire supporto umanitario in coordinamento con altri partner internazionali. “Se necessario, le nostre forze contribuiranno alle missioni di aiuto”, si legge in un comunicato ufficiale.
La linea del governo italiano
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito più volte la posizione del governo: l’aiuto alla popolazione palestinese deve avvenire tramite canali concordati e senza rischiare incidenti. “Non ci sarà mai un conflitto a fuoco tra la nostra Marina e quella israeliana”, ha chiarito, sottolineando la necessità di garantire la sicurezza dei marinai italiani e di evitare forzature del blocco.
Le accuse di Israele e la replica
L’esercito israeliano ha diffuso documenti che collegherebbero direttamente Hamas al finanziamento della missione, citando figure note come Zaher Birawi e Saif Abu Kashk. Ma la portavoce italiana Maria Elena Delia respinge con decisione: “Si tratta di propaganda, non di prove. Chiediamo verifiche indipendenti”.
La voce dei giuristi
Secondo associazioni come Asgi e Giuristi democratici, l’azione della Flotilla è pienamente conforme al diritto internazionale, mentre sarebbe illegittimo il blocco navale imposto da Israele. “Non è la Flotilla a violare le norme, bensì l’assedio e gli attacchi armati alle imbarcazioni civili”, affermano i giuristi, richiamando anche recenti pronunciamenti della Corte internazionale di giustizia.
30 Settembre 2025
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