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Google chiude il contenzioso con il fisco italiano, versati 326 milioni di euro

La procura di Milano archivia l’indagine su Google dopo un accordo fiscale da 326 milioni di euro con l’Agenzia delle Entrate.

Google chiude il contenzioso con il fisco italiano, versati 326 milioni di euro

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Le autorità fiscali italiane contestavano a Google l’omessa dichiarazione di redditi e l’esistenza di una stabile organizzazione.

Google ha raggiunto un’intesa con l’Agenzia delle Entrate, versando un totale di 326 milioni di euro per chiudere ogni controversia fiscale in Italia. La cifra, corrisposta in un’unica soluzione, comprende imposte, sanzioni e interessi. L’accordo, formalizzato al termine di un’indagine della Guardia di Finanza e della Procura di Milano, pone fine alle contestazioni mosse nei confronti del colosso tecnologico di Mountain View.

Il ruolo della filiale irlandese e l’accusa di stabile organizzazione occulta

La controversia nasce dalle operazioni fiscali della sede europea di Google in Irlanda. Gli inquirenti della Guardia di Finanza di Milano, sotto la direzione della Procuratrice Aggiunta Tiziana Siciliano e dei PM Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri, hanno contestato alla multinazionale l’esistenza in Italia di una stabile organizzazione occulta. Secondo le indagini, questa sarebbe stata costituita dai server e dall’infrastruttura tecnologica necessari per la fornitura dei servizi digitali di Google sul territorio italiano.

L’archiviazione dell’indagine penale

Con l’accordo transattivo, la Procura ha richiesto l’archiviazione del procedimento penale in cui si ipotizzava il reato di omessa presentazione delle dichiarazioni annuali dei redditi prodotti in Italia. La decisione chiude una vicenda giudiziaria complessa, che ha visto l’azienda americana al centro di un’analisi approfondita delle proprie operazioni economiche nel Paese.

Le violazioni contestate dalla Guardia di Finanza

Gli accertamenti delle Fiamme Gialle hanno evidenziato diverse irregolarità fiscali. Secondo quanto riportato dal Procuratore Marcello Viola, Google Ireland avrebbe omesso la presentazione delle dichiarazioni annuali dei redditi prodotti in Italia e delle dichiarazioni di sostituto d’imposta. In particolare, non sarebbero state dichiarate le ritenute sulle royalties pagate a società estere del gruppo, derivanti dall’utilizzo di marchi, algoritmi, programmi e altre proprietà intellettuali legate alla tecnologia di Google.

Ricostruzione dei ricavi e imposte non dichiarate

L’indagine ha permesso di ricostruire nel dettaglio l’attività economica di Google in Italia, concentrandosi in particolare sui ricavi generati dalla vendita di spazi pubblicitari. È emerso che la società non aveva dichiarato ingenti redditi derivanti da queste operazioni, aggravando così la posizione fiscale nei confronti dello Stato italiano.

Un precedente nel 2017

Non è la prima volta che Google si trova a dover regolare la propria posizione fiscale in Italia. Già nel 2017, in seguito a un’altra inchiesta della Procura di Milano, l’azienda aveva sottoscritto un accertamento con adesione con l’Agenzia delle Entrate, per gli anni fiscali compresi tra il 2009 e il 2013. In quell’occasione, il pagamento complessivo ammontò a oltre 306 milioni di euro, cifra che includeva anche le somme relative agli anni 2014 e 2015, nonché un contenzioso pregresso risalente al periodo 2002-2006.


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19 Febbraio 2025
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