Se c’è una cosa che Stati Uniti e Russia hanno in comune, oltre all’amore per le testate nucleari e la geopolitica da braccio di ferro, è la convinzione incrollabile di essere le paladine della libertà. Ma fermiamoci un attimo: siamo proprio sicuri che questi due giganti stiano giocando secondo le regole della democrazia? Vediamo di analizzare la situazione con un pizzico di ironia.
La democrazia made in USA, tra reality show e colpi di scena
Negli Stati Uniti, la democrazia è una cosa seria. Talmente seria che ogni elezione sembra un episodio di un reality show, con candidati che fanno dichiarazioni surreali, scandali che esplodono come popcorn al cinema e colpi di scena degni di un thriller politico. E poi c’è lui, Donald Trump, il presidente che ha dimostrato al mondo che la politica può essere intrattenimento puro. Con il suo stile da showman, ha portato la retorica politica ai livelli di un talk show, dimostrando che chiunque, ma proprio chiunque, può diventare presidente. Anche se perde le elezioni, basta insistere abbastanza e urlare "brogli!" per far venire qualche dubbio a milioni di persone.
Putin e la democrazia alla russa, una storia lunga un quarto di secolo
Dall’altra parte del globo, Vladimir Putin guida la Russia con una mano ferma e una serie di elezioni che hanno l’esito già scritto nei libri di storia. Con una carriera politica che dura da più di vent’anni e una struttura di potere che farebbe impallidire qualsiasi monarca medievale, Putin ha elevato la democrazia a una forma d’arte: l’arte di non perdere mai. Quando la costituzione non permette di rimanere al potere, si cambia la costituzione. Quando l’opposizione si fa troppo rumorosa, improvvisamente scompaiono i leader più scomodi.
Libertà di stampa, un concetto molto elastico
Uno degli ingredienti chiave della democrazia è la libertà di stampa. Negli Stati Uniti, i media sono liberi, certo, ma solo fino a quando non toccano gli interessi dei grandi gruppi economici. I notiziari americani, più che informare, si sono trasformati in fazioni da stadio: CNN contro Fox News, liberal contro conservatori, un’informazione così equilibrata che sembra scritta da tifosi di calcio. In Russia, invece, il concetto di "libertà di stampa" è ancora più creativo: le testate indipendenti sono un miraggio e i giornalisti troppo critici spesso si trovano a vivere avventure pericolose, tipo cadere dalle finestre senza motivo.
Elezioni e brogli, il gioco delle tre carte
Il bello delle elezioni è che, in teoria, chiunque può vincere. In teoria. Negli USA, le elezioni sono diventate un intricato sistema di voti popolari che contano meno di un messaggio su Twitter, di riconteggi infiniti e di macchine elettorali che funzionano male sempre nei momenti giusti. In Russia, il concetto di elezioni si avvicina di più a una formalità: il popolo vota, ma alla fine la scelta è già stata fatta da tempo. Se qualcuno osa sfidare il potere, magicamente spuntano irregolarità, condanne o inchieste che spianano la strada al leader in carica.
Due superpotenze, due modelli, una sola certezza
Insomma, Stati Uniti e Russia sono due facce della stessa medaglia: entrambe proclamano la democrazia come loro valore fondante, ma la interpretano in modi decisamente creativi. Gli americani la trasformano in un format televisivo con audience globale, mentre i russi la rendono un’opera d’arte intoccabile, blindata e modellata su misura per il leader di turno. La vera domanda è: se queste sono le due grandi democrazie mondiali, forse dovremmo rivedere la definizione del termine?
01 Marzo 2025
© team icoe, editoriale blozine
blozine editoriale no-profit della
Centro studi su innovazione, comunicazione ed etica.
Copywriters
Francesca S., Matteo R., Laura A., Antonella B., Giorgio F., Anna C., Miriam M., Stefano G., Adele P. e Francesca N.
iscriviti sulla nostra pagina Facebook e non perderai nessuna notizia!
© blozine, l'editoriale dalla B alla Z. Tutti i diritti sono riservati.