Nel decennale della sua nascita, il Mudec di Milano si apre alla street art, trasformandosi in un laboratorio creativo dove dieci artisti internazionali reinterpretano il tema del viaggio attraverso murales senza cornici, senza vetrine, ma vivi sulle pareti del museo.
La mostra "Dal muralismo alla street art, Mudec Invasion", aperta dal 19 marzo al 29 giugno, rompe le convenzioni espositive e porta l’arte urbana all’interno di uno spazio istituzionale, senza snaturarne il linguaggio originario. Un’operazione culturale che consolida Milano come capitale italiana della public art, in linea con altre grandi metropoli internazionali.
Milano e la street art, un legame sempre più forte
Il progetto ha il sostegno del Comune di Milano, che da anni investe nell’arte pubblica come parte integrante del tessuto urbano. Tommaso Sacchi, assessore alla cultura, sottolinea come la città sia stata la prima in Italia a dotarsi di un ufficio dedicato all’arte pubblica, riconoscendo il valore di interventi artistici sui muri urbani.
Anche Federico Silvestri, amministratore delegato di 24 Ore Cultura, evidenzia l’importanza del Mudec nella valorizzazione della street art, contribuendo a far dialogare Milano con le grandi capitali mondiali dove il muralismo è parte integrante del paesaggio urbano.
Dieci artisti, dieci viaggi attraverso il muro
Gli artisti invitati a partecipare alla mostra sono protagonisti di un’esplorazione visiva e concettuale del tema del viaggio, declinato in molteplici forme:
Luca Barcellona affronta il tema degli alfabeti, esplorando la scrittura come elemento visivo e culturale.
Zoer, designer francese, rappresenta il viaggio nel tempo attraverso le trasformazioni dell’architettura e della società.
Capo.Bianco, artista italiana, indaga il viaggio nello spazio con una visione futuristica.
Hitnes, street artist noto per le sue opere naturalistiche, racconta la migrazione animale.
Mazatl, muralista messicano al suo debutto in Europa, propone un viaggio metafisico, con opere che fondono simbolismo e critica sociale.
Neethi, artista e graphic designer indiana, esordisce in Italia con un lavoro dedicato ai pellegrinaggi e alla devozione.
Cinta Vidal, spagnola, offre una riflessione sul viaggio di leisure, tra sogno e realtà.
Agus Rucula, muralista e fotografa argentina, esplora il tema del souvenir, come memoria visiva dei luoghi attraversati.
Aya Tarek, artista egiziana, affronta il viaggio nell’epoca del neocapitalismo, con una critica alle dinamiche economiche globali.
Mohammed L’Ghacham, marocchino naturalizzato spagnolo, si concentra su ricordo e memoria, rievocando storie personali e collettive.
Un’arte effimera, ma intensa
La mostra, curata da Alice Cosmai, responsabile dell’ufficio arte pubblica del Comune di Milano, avrà una durata limitata a tre mesi, in linea con la natura effimera delle opere murali urbane.
“Questi murales sono dieci viaggi possibili”, spiega la curatrice, “un’esperienza artistica destinata a lasciare un segno, anche se temporaneo, così come accade ai graffiti e ai murales che abitano le città di tutto il mondo”.
__
www.mudec.it
19 Marzo 2025
© team icoe, editoriale blozine
blozine editoriale no-profit della
Centro studi su innovazione, comunicazione ed etica.
Copywriters
Francesca S., Matteo R., Laura A., Antonella B., Giorgio F., Anna C., Miriam M., Stefano G., Adele P. e Francesca N.
Chi siamo
iscriviti sulla nostra pagina Facebook e non perderai nessuna notizia!
© blozine, l'editoriale dalla B alla Z. Tutti i diritti sono riservati.