Il vicepresidente Jd Vance/ ha cercato di contenere l’allarme per il crollo dei mercati, definendolo un episodio isolato e temporaneo. Secondo Vance, quella vissuta è stata "una brutta giornata", ma il contesto è quello di una grande transizione economica che sta attraversando gli Stati Uniti. "Mi aspettavo di peggio", ha ammesso, sottolineando che gli investimenti in corso porteranno presto a una ripresa. Per il numero due dell’amministrazione Trump, il mercato americano tornerà a crescere grazie a un rinnovato impegno sul suolo nazionale, segno di un’economia in trasformazione ma destinata a rafforzarsi.
Trump apre alle trattative, contraddicendo i suoi stessi consiglieri
Un colpo di scena arriva dalle dichiarazioni del presidente Donald Trump, che ha aperto alla possibilità di negoziare sui dazi, contrariamente a quanto affermato dai suoi più stretti collaboratori. Il segretario al Commercio Howard Lutnick e il consigliere Peter Navarro avevano ribadito con fermezza che non c’erano margini per trattative sulle tariffe. Ma il presidente ha ribaltato la linea: "I dazi sono uno strumento di pressione. Tutti vogliono trattare con noi ora", ha detto, evidenziando un cambio di strategia orientato più alla flessibilità che all’intransigenza.
Dal Senato una proposta per limitare i poteri presidenziali
Nel frattempo, a Capitol Hill, prende forma una proposta bipartisan che mira a riequilibrare i poteri tra Presidenza e Congresso in materia commerciale. Il senatore repubblicano Chuck Grassley e la democratica Maria Cantwell hanno presentato un disegno di legge per concedere al Congresso il diritto di approvazione finale sulle tariffe imposte dalla Casa Bianca. Una mossa che, sebbene con scarse possibilità di approvazione immediata, segnala il malcontento crescente all’interno del partito repubblicano nei confronti dell’approccio aggressivo dell’amministrazione Trump sul fronte commerciale.
La Casa Bianca difende le tariffe, una visione di lungo periodo
A fare da contrappeso alle critiche è la stessa Casa Bianca, che invita i parlamentari a valutare gli effetti delle politiche sui dazi in un’ottica di lungo periodo. Secondo l’amministrazione, le misure protezionistiche introdotte da Trump stanno trasformando radicalmente gli equilibri del commercio globale. Le tariffe, sostiene la Presidenza, stanno favorendo il rientro di molte aziende negli Stati Uniti, rafforzando il settore manifatturiero e contribuendo alla creazione di nuovi posti di lavoro ben retribuiti. "Queste politiche sono la risposta a un’emergenza nazionale", è il messaggio che arriva dalla Casa Bianca.
Un equilibrio difficile tra leadership e istituzioni
Il dibattito sul commercio sta rivelando un equilibrio fragile tra potere esecutivo e autorità legislativa. Mentre il presidente spinge per un uso strategico e talvolta unilaterale dei dazi, parte del Congresso cerca di reintrodurre controlli e pesi democratici. Le prossime settimane chiariranno se questa spaccatura all’interno dello stesso schieramento porterà a una rinegoziazione degli strumenti di politica economica, o se prevarrà la visione di Trump come negoziatore globale.
Il ruolo dei mercati come termometro del consenso
Le oscillazioni di Borsa, più che segnali di instabilità, si stanno rivelando cartine di tornasole del consenso attorno alle politiche economiche in atto. Le reazioni immediate dei mercati non sempre riflettono l’impatto strutturale di misure complesse, ma diventano parte della narrazione politica. Rassicurazioni come quelle di Vance mirano non solo agli investitori, ma anche a un’opinione pubblica che guarda con attenzione agli effetti concreti del protezionismo.
04 Aprile 2025
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