Il governo prepara un nuovo decreto legge per affrontare l’emergenza abitativa e rendere più veloci le procedure di sfratto. L’obiettivo è snellire la fase giudiziaria legata alla fine delle locazioni e intervenire dove oggi si registrano i maggiori ritardi, ovvero nell’esecuzione degli sfratti.
Verso un nuovo decreto per l’emergenza abitativa
Secondo quanto trapelato da fonti di governo, il ministero della Giustizia sta lavorando a un provvedimento che sarà discusso a breve in Consiglio dei ministri. Il testo, elaborato in collaborazione con il ministero dell’Interno e altri dicasteri, punta a semplificare le procedure di rilascio degli immobili e garantire una maggiore tutela sia per i proprietari sia per chi vive in affitto. Il nuovo dl emergenza abitativa si colloca nel solco delle misure già introdotte con il decreto sicurezza, ma interviene in modo più mirato sulla fase esecutiva, dove ancora oggi si registrano numerosi stalli e contenziosi.
Una giustizia più rapida nella fase esecutiva
Il cuore del provvedimento riguarda proprio la fase esecutiva degli sfratti, dove si intende ridurre al minimo le attese tra la sentenza e l’effettiva liberazione dell’immobile. Con la nuova normativa si punta ad accelerare l’intervento delle autorità competenti e a definire tempi certi per la restituzione dell’abitazione. L’intento dichiarato è quello di garantire una casa a chi già ne dispone e di superare definitivamente i blocchi burocratici che da anni rallentano le esecuzioni.
Dal decreto sicurezza al nuovo intervento
Il precedente decreto sicurezza aveva già introdotto misure importanti per tutelare i proprietari di immobili in regola. Tra queste, una procedura di sfratto più celere, una riduzione dei rinvii ingiustificati e l’introduzione del nuovo reato di occupazione arbitraria (art. 634-bis del codice penale), che prevede fino a sette anni di reclusione per chi occupa abusivamente un’abitazione altrui. La norma consente inoltre l’intervento immediato delle forze dell’ordine in caso di occupazione senza titolo, eliminando molte delle ambiguità che in passato avevano rallentato le operazioni di sgombero.
Occupazioni abusive e inquilini morosi
Uno degli aspetti più discussi riguarda la gestione delle morosità. Oggi la presenza di un inquilino moroso non rappresenta più un ostacolo per l’esecuzione dello sfratto se il titolo abitativo è cessato. Questa linea, rafforzata dal nuovo decreto in lavorazione, punta a proteggere il diritto di proprietà e a evitare che il sistema giudiziario venga paralizzato da contenziosi infiniti. Allo stesso tempo, il governo intende lavorare su strumenti di sostegno temporaneo per le famiglie più fragili, al fine di evitare nuove situazioni di disagio abitativo.
Sfratti in aumento in tutta Italia
I numeri del ministero dell’Interno mostrano un trend preoccupante: nel 2024 sono stati emessi oltre 81.000 provvedimenti di sfratto, di cui la maggior parte per morosità. Le richieste di esecuzione sono state circa 40.000, con un aumento rispetto all’anno precedente. Le regioni più colpite risultano Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio e Campania. Un dato che evidenzia come l’emergenza abitativa non sia un fenomeno isolato, ma un problema nazionale che tocca indistintamente le aree metropolitane e i centri di provincia.
Un equilibrio tra diritti e responsabilità
L’intento del governo è quello di trovare un equilibrio tra tutela dei locatori e protezione dei nuclei familiari più vulnerabili. Da un lato, si vuole garantire che chi affitta un immobile non resti privo di tutela legale; dall’altro, si studiano soluzioni per evitare che chi perde la casa si trovi senza alternative. Il nuovo dl emergenza abitativa potrebbe dunque rappresentare un passo decisivo per rendere il sistema più equo, rapido e trasparente, favorendo una gestione più moderna e responsabile del diritto alla casa.
01 Novembre 2025
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