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Quando l’intelligenza artificiale inganna la sicurezza

L’Europa affronta le frodi digitali con IA e regole nuove, ma il vero scudo resta la cooperazione tra banche, imprese e istituzioni

Quando l’intelligenza artificiale inganna la sicurezza

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Tra bonifici istantanei e intelligenza artificiale, la sicurezza finanziaria cambia volto. L’unica difesa è la fiducia condivisa

Non si tratta più di semplici truffe online. Oggi le frodi finanziarie sono diventate veri e propri organismi digitali, capaci di imparare, adattarsi e colpire in modo quasi invisibile. Nel solo 2024, in Europa, le perdite stimate hanno sfiorato 1,2 miliardi di euro, e una parte consistente è legata alla manipolazione dei sistemi di pagamento. Ma dietro ai numeri c’è un cambiamento più profondo: la criminalità informatica si evolve alla stessa velocità della tecnologia che doveva fermarla.

A lanciare l’allarme è Anna Ongaro, Country Manager per l’Italia di Sis ID, che invita istituzioni, banche e imprese a un’azione congiunta: “La difesa deve essere collettiva, perché la minaccia non conosce confini”.

Bonifici istantanei, nuove regole ma vecchie insidie

Dal 9 ottobre 2025, una novità importante cambierà le abitudini bancarie europee: la verifica automatica del beneficiario – in inglese Verification of Payee (VoP) – diventerà obbligatoria per i bonifici istantanei. Il sistema confronterà automaticamente nome e IBAN per prevenire errori e frodi.
Una misura che, pur rappresentando un progresso, non basta a chiudere la partita: “Le regole si aggiornano, ma i truffatori corrono più veloci”, osserva Ongaro.

L’IA, tra alleata e minaccia

L’intelligenza artificiale è oggi uno dei principali strumenti di difesa delle banche europee: quasi nove su dieci la impiegano per riconoscere movimenti anomali o schemi di frode. Tuttavia, gli stessi algoritmi vengono usati anche per generare nuovi tipi di inganno.

Con l’IA generativa, le frodi assumono forme sempre più sofisticate: voci imitate con il deepfake, falsi ordini di pagamento, email perfettamente credibili. I criminali possono persino riprodurre la voce di un dirigente per convincere un dipendente a eseguire un bonifico urgente.
Secondo una ricerca del Boston Consulting Group, solo una banca su quattro si sente pronta a integrare in modo sicuro i modelli generativi nei propri sistemi. “Il vero tema non è adottare l’intelligenza artificiale, ma imparare a controllarla”, sottolinea Ongaro.

Collaborare senza esporre i dati, la rivoluzione del federated learning

La soluzione potrebbe arrivare dal cosiddetto apprendimento federato, una tecnologia che consente a banche, fintech e imprese di “allenare” insieme i propri modelli di intelligenza artificiale senza condividere dati sensibili.
Ogni partecipante addestra localmente il proprio sistema, scambiando solo i risultati dell’addestramento. Ne nasce un modello globale, più efficace nel riconoscere schemi di frode complessi e pienamente conforme alle regole europee sul GDPR.

I primi esperimenti mostrano un miglioramento fino al 20% nella capacità di individuare frodi, aprendo la strada a una cooperazione antifrode di nuova generazione.

Il triangolo di fiducia europeo

Secondo Ongaro, la sicurezza digitale deve poggiare su tre attori fondamentali:
le imprese, prime sentinelle dei flussi finanziari;
le banche, che devono investire in tecnologie e prevenzione;
le autorità pubbliche, garanti della trasparenza e della supervisione.

L’Unione Europea sta costruendo questa sinergia su tre basi solide: il GDPR, il regolamento DORA sulla resilienza digitale e l’AI Act, che stabilisce limiti etici e tracciabilità nell’uso dell’IA.
La Francia è già un passo avanti con l’adozione del sistema VoP, capace di verificare automaticamente i beneficiari dei bonifici, dimostrando come innovazione e tutela possano convivere.

Dalla difesa individuale a una rete europea

Il prossimo obiettivo è creare una rete antifrode europea capace di condividere in tempo reale i segnali di rischio tra i vari Paesi membri. Una piattaforma comune, sotto la supervisione delle autorità pubbliche, che trasformi la lotta alle frodi in una difesa collettiva.

“Solo una risposta condivisa e intelligente potrà difendere la fiducia, la valuta più preziosa dell’economia digitale”, conclude Ongaro.
La sfida non è più evitare le frodi, ma governare l’intelligenza che le alimenta, trasformandola da minaccia invisibile a strumento di protezione comune.


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08 Novembre 2025
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