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Manovra 2025, tra incentivi alle imprese e nodi politici ancora aperti

La manovra 2025 tra iperammortamento, fisco e conti pubblici, un equilibrio complesso tra crescita e rigore

Manovra 2025, tra incentivi alle imprese e nodi politici ancora aperti

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Incentivi alle imprese, Isee e welfare, cosa cambia con le nuove riformulazioni della legge di bilancio

La legge di bilancio 2025 entra nella sua fase più delicata, tra annunci, riformulazioni e scelte che provano a tenere insieme crescita economica, equilibrio dei conti pubblici e tenuta politica della maggioranza. Dal palco di Atreju arrivano segnali chiari, ma anche la conferma che il percorso parlamentare sarà tutt’altro che lineare.

Iperammortamento e fisco, segnali di fiducia per le imprese

Tra le misure che attirano maggiore attenzione c’è il ritorno dell’iperammortamento, destinato a durare tre anni, fino al 2028. Una scelta che viene letta come una vera e propria boccata d’ossigeno per il tessuto produttivo, soprattutto per le imprese che investono in innovazione e beni strumentali. Sul fronte fiscale, il viceministro Maurizio Leo apre anche alla possibilità di un taglio dell’Irpef esteso ai redditi fino a 60mila euro, sottolineando che “si stanno ottenendo le condizioni perché si possa fare”. Una promessa che guarda già al prossimo anno, ma che pesa nel dibattito attuale.

Isee, prima casa e inclusione sociale

Nelle riformulazioni del governo trovano spazio interventi che toccano direttamente famiglie e welfare. Viene confermato l’innalzamento a 120mila euro del tetto del valore catastale della prima casa esclusa dal calcolo dell’Isee nelle città metropolitane. Allo stesso tempo, arriva una stretta sull’assegno di inclusione, con il primo assegno dopo il rinnovo che risulta dimezzato. Misure che puntano a una maggiore selettività, ma che rischiano di alimentare tensioni sociali e politiche.

L’oro di Bankitalia, una norma dal forte valore simbolico

A far discutere è anche la cosiddetta misura sull’oro di Bankitalia, definita dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti come una norma dall’“effetto simbolico fondamentale”. Secondo il titolare del Tesoro, si tratta di una scelta di principio, rivendicata soprattutto da Fratelli d’Italia e Lega, che dopo diversi aggiustamenti dovrebbe arrivare a un primo via libera. Una norma che non cambia i conti nell’immediato, ma rafforza l’identità politica della maggioranza.

Coperture e conti pubblici, il mantra della prudenza

Il cuore della manovra resta però nelle coperture finanziarie. Giorgetti ribadisce la linea della salvaguardia dei conti pubblici, anche a costo di scelte definite “impopolari”. Nel maxi-riformulato compaiono contributi aggiuntivi da banche, Rc auto, rivalutazioni di terreni e partecipazioni, oltre alla tassa sui mini-pacchi e alla Tobin tax. Risorse considerate necessarie per sostenere le nuove misure senza compromettere la credibilità finanziaria costruita negli ultimi anni.

Naspi, ricerca e media locali, i dossier più delicati

Accanto alle misure economiche emergono interventi che dividono la maggioranza. La Naspi viene riorganizzata in due rate, con una seconda tranche subordinata alla verifica della mancata rioccupazione. Arrivano fondi per il fondo morosità incolpevoli e per la stabilizzazione dei precari della ricerca. Più controversa, invece, la riduzione delle risorse alle piccole emittenti locali, contestata anche all’interno della coalizione di governo. Restano inoltre aperti nodi come Opzione donna, rottamazione e rivalutazione dell’oro, segnali di un equilibrio ancora fragile.


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13 Dicembre 2025
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