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Verifica dell’età online, il conto alla rovescia è iniziato

Dal 2026 solo con app sarà possibile accedere ai siti per adulti, l’Italia tra i primi paesi a sperimentare il sistema

Verifica dell’età online, il conto alla rovescia è iniziato

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Agcom avvia la verifica dell’età per i siti porno e gioco d’azzardo, arriva l’app digitale europea con doppio anonimato

Sta per scattare il conto alla rovescia per l’attivazione del nuovo sistema di verifica dell’età online, destinato a cambiare l’accesso ai siti vietati ai minori, come quelli dedicati a pornografia, gioco d’azzardo, alcolici e tabacco. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha pubblicato la lista ufficiale dei 48 portali coinvolti, tra cui PornHub, YouPorn e OnlyFans. Da ora in poi non basterà più cliccare su “sì, ho più di 18 anni”: servirà una specifica applicazione per dimostrare la propria età.

Le nuove regole e i tempi di attuazione

La delibera dell’Agcom, pubblicata il 12 maggio scorso, concedeva ai gestori dei siti per adulti sei mesi per adeguarsi, fino al 12 novembre. Tuttavia, con le linee guida del Digital Service Act emanate a luglio dalla Commissione Europea, è stato necessario chiarire l’elenco dei soggetti interessati, prolungando di altri tre mesi la scadenza. Il sistema dovrà quindi essere operativo entro la fine di gennaio 2026.

L’Italia è tra i primi cinque paesi europei – insieme a Francia, Spagna, Grecia e Danimarca – a sperimentare il nuovo sistema di verifica. Questa iniziativa segue il decreto Caivano, che impone restrizioni severe per proteggere i minori dall’accesso a contenuti per adulti.

Come funzionerà il sistema di verifica

Il cuore del sistema sarà un’applicazione collegata al Portafoglio di identità digitale europeo, in arrivo nel 2026. L’app, basata su software open source, consentirà di ottenere una prova di maggiore età in due passaggi: prima l’utente scaricherà l’app sul proprio smartphone e si identificherà, poi potrà accedere ai siti vietati inquadrando un Qr Code che confermerà la sua idoneità all’ingresso.

Per garantire la tutela della privacy, sarà adottato un sistema di “doppio anonimato”: chi gestisce la verifica dell’età non saprà a quale sito viene richiesto l’accesso e, viceversa, il portale non conoscerà l’identità dell’utente. In caso di mancato adeguamento, i siti rischiano il blocco da parte dell’Autorità.

Un tema di privacy e responsabilità

Il Garante per la Privacy ha espresso soddisfazione per il meccanismo, che risponde alla necessità di proteggere i dati sensibili degli utenti. Tuttavia, la sfida sarà conciliare sicurezza e libertà digitale, evitando derive di controllo eccessivo. La sperimentazione dovrà dimostrare se il modello europeo riuscirà a tutelare i minori senza compromettere la riservatezza degli adulti.

Le esperienze internazionali

Non si tratta di un esperimento isolato. Nel Regno Unito, l’Online Safety Act entrato in vigore lo scorso luglio impone ai siti per adulti di verificare l’età tramite documento d’identità o riconoscimento facciale. I risultati sono stati immediati: calo drastico del traffico verso i siti porno e impennata dell’uso di VPN per eludere i controlli.

In Francia, invece, un’ordinanza del febbraio scorso aveva imposto alle piattaforme di chiedere una foto o un documento per verificare l’età. La società Aylo, proprietaria di PornHub, YouPorn e RedTube, ha reagito oscurando i propri portali in segno di protesta. Il tribunale amministrativo di Parigi ha poi sospeso la misura, ritenendola incompatibile con il diritto europeo.

Un equilibrio ancora da trovare

Secondo Aylo, il compito di verificare l’età non spetta ai siti, ma ai produttori di dispositivi e software, come Apple, Google e Microsoft. In ogni caso, il tema è diventato centrale anche per la Commissione Europea, che ha avviato un’indagine proprio su PornHub per la mancanza di adeguate misure di controllo.

Il dibattito resta aperto: da un lato la tutela dei minori e la lotta ai contenuti inappropriati, dall’altro il rischio di un sistema troppo invasivo che potrebbe limitare la libertà digitale. La sfida per i prossimi mesi sarà trovare un equilibrio tra protezione, privacy e responsabilità


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01 Novembre 2025
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